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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2014 alle ore 10:56.
L'ultima modifica è del 08 ottobre 2014 alle ore 12:34.

«Mi sono visto tirare addosso una quantità di insulti e di aggettivi di una violenza inaudita» pur avendo «solo esercitato la legge». Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano ad Agorà a proposito delle polemiche sulla circolare inviata ieri ai prefetti, affinché invitino formalmente i sindaci a cancellare le trascrizioni delle nozze gay contratte all'estero. Alfano ha sottolineando di essere «laico» sulle unioni civili ma «la famiglia non si tocca» e il matrimonio «è solo tra uomo e donna».
Alfano: linea politica di Renzi non è a favore delle nozze gay
Il ministro dell’Interno ha rivendicato identità di vedute con Renzi su questo punto . «Il leader del Pd e presidente del Consiglio ha vinto le primarie proponendo il modello tedesco e quelli del Pd che hanno perso le primarie sostenevano per esempio i matrimoni gay, quindi la chiarezza l'ha già fatta Renzi quando ha detto che ha vinto le primarie su una linea politica che non è quella che rappresenta Orfini», ha detto Alfano, che ha poi fatto una cauta apertura sulle unioni civili gay: «Se c'è da intervenire anche dal punto di vista legislativo per sistemare meglio la relazione dal punto di vista patrimoniale di una coppia non sposata noi siamo pronti e disponibili: siamo persone di questo secolo, non oscurantisti e abbiamo un grande rispetto per l'affettività di tutti».
Sindaco Bologna: matrimoni li cancelli il prefetto, non io
Ieri, dopo l’annuncio della circolare ai prefetti è stata subito rivolta tra i primi cittadini: da Bologna a Napoli, da Roma a Grosseto, molti sindaci hanno invitano alla disobbedienza. E la maggioranza di governo si è spaccata, fra Ncd che sostiene Alfano e Pd e Sel che lo invitano a lasciar fare al Parlamento, mentre tutte la comunità gay, sia di sinistra che di destra, puntano il dito contro il ministro. Il primo a insorgere ieri è stato Virginio Merola, sindaco di Bologna («Se vogliono annullare gli atti delle trascrizioni dei matrimoni contratti all'estero lo facciano. Io non ritiro la mia firmam non obbedisco») che oggi torna alla carica: «Leggeremo la circolare, che e' arrivata in Comune stamattina, e vedremo se ha qualche fondamento legale o se e' una circolare politica. Poi, le vie legali sono infinite...». E ribadisce: Se vogliono annullare i matrimoni lo facciano loro, non a nome mio e di Bologna».
Marino: Alfano? Discussione del secolo scorso
Critiche al ministro anche dal Campidoglio. «Ritengo che una discussione di questo tipo sulle unioni civili nel 2014 rifletta sentimenti, visioni del 900, del secolo passato. Penso che oggi chi si ama debba avere la possibilità di vedere riconosciuto il proprio amore, il proprio sentimento. Chi cerca oggi una conflittualità sull'amore vive probabilmente nel secolo passato». Così oggi il sindaco di Roma Ignazio Marino a margine di un convegno in Campidoglio in merito alle polemiche sulle unioni gay innescate dalle parole del ministro dell'Interno Angelino Alfano.
Le proteste di Milano, Grosseto e Udine
Sulla stessa lunghezza d’onde il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che ai microfoni del Tg1 ieri ha assicurato: «Il Comune di Milano continuerà a trascrivere i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all'estero, senza «alcun dubbio». «Conta più una sentenza del tribunale che una circolare del ministro», gli fa ha fatto eco Emilio Bonfazi, sindaco di Grosseto, dove una sentenza ha imposto la registrazione di un matrimonio gay contratto all'estero. «Una questione come questa non va risolta con circolari burocratiche, ma deve essere portata in Parlamento o davanti alla Corte costituzionale», ha commentato il sindaco di Udine, Furio Honsell. E anche il sindaco di Empoli, Brenda Barnini, ha annunciato che farà «resistenza», pur ammettendo che il prefetto potrà revocare quanto deciso dal Comune. Il Comune di Napoli ha fatto sapere che «ricorrerà nelle sedi giudiziarie competenti» contro la circolare. Perfino il sindaco di Parma, il 'grillino' Federico Pizzarotti, ha detto di stare «dalla parte dei sindaci e contro Alfano».
Fuori dal coro il sindaco di Chieti: ha ragione Alfano
Unica voce fuori dal coro è stata quella del primo cittadino di Chieti, Umberto Di Primio (Ncd), per il quale Alfano «ha preso la decisione giusta» perché «i sindaci non possono sostituirsi alle normative nazionali con ordinanze che sarebbero illegittime o addirittura in contrasto con la Costituzione».
Lo scontro Pd-Ncd
Nel governo si è consumato un duro scontro tra Pd e Ncd . Il presidente dem Matteo Orfini ha invitato Alfano «invece di annullare le trascrizioni dei matrimoni gay» a «renderli possibili anche in Italia» e il capogruppo democratico alla Camera, Roberto Speranza, ha twittato: «Alfano si occupa con molta insistenza di nozze gay. Come se da questo dipendesse la sicurezza del Paese. E i diritti delle persone invece?». Per il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto, «sarebbe auspicabile che Alfano prima di decidere sulle pari opportunità si coordinasse con il titolare della relativa delega, Matteo Renzi». Ncd ha difeso invece a spada tratta il ministro Alfano. Per il presidente dei senatori del Ncd, Maurizio Sacconi, «Alfano ha solo applicato la legge». Anche per Carlo Giovanardi «Alfano fa doverosamente applicare princìpi dettati dalla nostra Costituzione e dalle leggi in vigore».
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