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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2014 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 10 ottobre 2014 alle ore 12:21.

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BRUXELLES - L'ipotesi di un rimpasto della Commissione Juncker, circolata in questi giorni, è stata confermata ieri sera. Alenka Bratusek, candidato alla vice presidenza dell'esecutivo comunitario, è stata bocciata sonoramente dal Parlamento europeo, e dovrà quindi essere sostituita. Per il presidente eletto dell'esecutivo comunitario, Jean-Claude Juncker, è uno smacco personale. In queste settimane egli aveva infatti difeso personalmente l'ex premier sloveno.
«La bocciatura è stata senza appello - spiegava ieri sera un responsabile parlamentare -: 112 voti contro, 13 a favore e due astensioni». Candidata a gestire l'unione energetica, la signora Bratusek non è stata considerata all'altezza durante la sua audizione. Addirittura, un organismo sloveno l'ha accusata di avere indotto in errore la commissione parlamentare che l'ha ascoltata lunedì. Nel bocciare la signora Bratusek, il Parlamento ha chiesto implicitamente un rimpasto dell'esecutivo comunitario.
Tocca ora a Juncker trovare una soluzione. Ieri circolava l'ipotesi che il governo liberale sloveno potesse mandare a Bruxelles Violeta Bulc, ministro per lo sviluppo, i progetti strategici e la coesione. Per prendere la posizione di vice presidente o per assumere un'altra posizione nella nascente Commissione Juncker? Ieri sera non vi erano certezze su questo versante. Un'altra idea potrebbe essere la conferma dell'attuale commissario sloveno Janez Potocnick.
Bocciata Alenka Bratusek, l'alleanza popolare-socialista che sostiene la Commissione Juncker si è ricomposta o quasi, dando la sua approvazione ad altri commissari dal destino incerto. Il britannico Jonathan Hill (servizi finanziari) ha ricevuto 45 sì e 13 no; il finlandese Jyrki Katainen (crescita e occupazione) 123 sì e 40 no; il francese Pierre Moscovici (affari economici) 44 sì e 12 no; lo spagnolo Miguel Arias Cañete (clima ed energia) 83 sì e 43 no; il lettone Valdis Dombrovskis (euro e dialogo sociale) 73 sì e 25 no.
Gianni Pittella, capogruppo socialista, ha spiegato ieri che per ottenere il benestare del centro sinistra al popolare Canete il presidente Juncker ha accettato di dare al primo vice presidente della Commissione, il socialista Frans Timmermans, la responsabilità dello sviluppo sostenibile, in modo da poter controllare il commissario spagnolo. Intanto, un altro nodo ancora da risolvere è quello dell'ungherese Tibor Navracsics, candidato-commissario all'istruzione, alla cultura e alla cittadinanza.
Ritenuto molto vicino al presidente nazionalista ungherese Viktor Orbán, il Parlamento non lo ha considerato idoneo per questo portafoglio. L'ipotesi più accreditata è che il dossier più controverso - quello relativo alla cittadinanza - gli venga tolto e trasferito anch'esso a Timmermans. Nelle prossime ore, Juncker dovrà rivedere quindi la sua compagine. L'obiettivo di Commissione e Parlamento è comunque di confermare il voto di fiducia il 22 ottobre a Strasburgo.

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