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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2014 alle ore 17:19.
L'ultima modifica è del 10 ottobre 2014 alle ore 08:18.

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Il Jobs act «non causerà licenziamenti di massa» in Italia: il Paese «è stato in recessione così a lungo che le imprese che volevano licenziare lo hanno già fatto». Lo ha affermato il presidente della Bce Mario Draghi intervenendo alla Brookings Institution a Washington, dove si trova per le riunioni d'autunno del Fondo monetario internazionale. Più in generale, ha sottolineato, le riforme del mercato del lavoro devono rendere più facile per le aziende assumere giovani, non licenziarli.

Le riforme vanno fatte «ora»
Draghi ha dedicato una parte importante del suo discorso al tema delle riforme. Se non si fanno «ora», ha detto, l'area euro non avrà «tempi molti felici» davanti «perché i problemi che affrontiamo in Europa non sono ciclici ma strutturali». «La crescita potenziale è troppo bassa per tirare le nostre economie fuori dall'elevata disoccupazione e anche per consentirci di superare velocemente il carico di debito lasciato dalla crisi e dal periodo che l'ha preceduta», ha aggiunto. «I governi dell'area euro sanno bene cosa devono fare. Non hanno bisogno dei nostri consigli. Devono semplicemente attuare le loro specifiche nazionali riforme strutturali. E più vigorosamente lo fanno, più credibile diventerà la crescita potenziale e più velocemente la fiducia tornerà nell'area euro».

Bce pronta a fare di più
In tema di politica monetaria, Draghi ha detto che la Bce è pronta ad adottare nuove misure straordinarie contro la bassa inflazione nell'area euro. E «questo significa che siamo pronti a variare mole e composizione dei nostri interventi, e quindi del nostro bilancio, in base alle necessità». Su questi intenti, ha ripetuto, il Consiglio direttivo è determinato «all'unanimità» e «il rischio di fare troppo poco supera quello di fare troppo». Alla Bce «siamo responsabili di fronte agli europei di garantire la stabilità dei prezzi, che oggi significa far risalire l'inflazione dai suoi livelli attuali eccessivamente bassi. E lasciatemelo dire chiaramente: faremo proprio questo».

Piano Abs: una «transizione» della nostra politica monetaria
Draghi ha anche parlato dell'imminente partenza del piano di acquisto di Abs, i titoli garantiti da mutui o prestiti. Un piano che segna una vera e propria «transizione» della politica monetaria della Bce, ha affermato. «Ci attendiamo che le nostre misure abbiamo un impatto significativo sul nostro bilancio, e tramite l'impatto che avranno passando dai canali monetari, sull'inflazione», ha aggiunto Draghi.

Il credito ripartirà l'anno prossimo
Anche a grazie a queste misure Draghi si aspetta «che il credito si riprenda presto l'anno prossimo. Ora che il settore bancario si sta progressivamente risanando, le banche avranno nuova capacità di prestare e la nostra politica monetaria sarà ancora più
efficace», ha concluso.

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