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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2014 alle ore 17:07.
L'ultima modifica è del 10 ottobre 2014 alle ore 14:23.

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Era una delle grandi richieste delle associazioni e Ong che accusano il “famigerato” Ttip di essere condotto in gran segreto. Ora sono state accontentate: i contenuti dell'accordo di libero scambio che Unione Europea e Stati Uniti stanno negoziando saranno resi pubblici.

Documento pubblico
La Ue ha deciso infatti di diffondere il documento di 18 pagine che contiene il suo mandato a negoziare. All'interno ci sono una serie di informazioni importanti: innanzitutto viene affermato che la Ue non è disposta a includere nell'accordo il settore audiovisivo, una battaglia della Francia per difendere la sua industria culturale. Tra gli obiettivi cruciali dell'intesa viene invece inclusa l'apertura del mercato statunitense degli appalti pubblici.

Iniziativa italiana
La decisione di declassificare le direttive negoziali è stata presa su iniziative del Governo italiano. «Quello di oggi - ha commentato Carlo Calenda, vice ministro dello sviluppo economico, presidente di turno del consiglio dei ministri del commercio europeo - è un passo fondamentale verso una maggiore trasparenza del negoziato, obiettivo al cui
perseguimento la presidenza italiana continuerà a contribuire nella convinzione che è decisiva per sconfiggere le tante paure ingiustificate che agitano una parte della pubblica opinione».

Un accordo che divide
In effetti il Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è stato contestato sin dall'inizio dei negoziati nel giugno 2013 . Oltre alla mancanza di trasparenza, alcune organizzazioni non governative lo accusano di abbassare gli standard di lavoro, ambiente e alimentare in vigore nella Ue. I suoi promotori, invece, tra cui tutti i Governi europei e le organizzazioni imprenditoriali, lo ritengono un tassello fondamentale per rilanciare la crescita in Europa attraverso l'abbattimento delle barriere tariffarie (e non) e la riduzione delle procedure burocratiche. Si stima un impatto economico di 100 miliardi all'anno per entrambe le parti.

Il tema «caldo» dell'arbitrato internazionale
Il documento include anche l'arbitrato internazionale Stato-imprese (il cosiddetto Isds, Investor-to-State Dispute Settlement), un meccanismo che consente agli investitori di citare in giudizio i Governi presso corti arbitrali internazionali. L'Isds ha subìto molte critiche, soprattutto in Germania, perché viene accusato di dare troppo potere alle multinazionali contro i Governi. Lo stesso Esecutivo tedesco si è schierato contro la sua introduzione all'interno del Ttip, ma la Commissione europea ha replicato che il mandato negoziale glielo consente. Meccanismi simili all'Isds sono stati inclusi in molti accordi commerciali del passato, inclusi quelli negoziati dalla Ue. Il tema è diventato molto sensibile dopo che il gruppo svedese Vattenfall ha citato in giudizio il Governo tedesco davanti all'Icsid (il Centro internazionale per la regolazione delle controversie) contro la sua decisione di abbandonare l'energia nucleare.

Il documento reso pubblico

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