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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2014 alle ore 21:46.

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LUSSEMBURGO – La Commissione Juncker è destinata a un rimpasto, di cui la portata tuttavia non è ancora chiara. Questo pomeriggio, giovedì 9 ottobre, Alenka Bratusek, la candidata slovena alla vice presidenza dell'esecutivo comunitario bocciata sonoramente dal Parlamento europeo, si è ritirata dalla corsa, dopo le pressioni delle ultime ore. Incerto è se vi sarà un rinvio della data di entrata in funzione della nuova Commissione, fissata per ora al 1° novembre.

Quest'oggi sia il capogruppo popolare, il tedesco Manfred Weber, sia il capogruppo socialista, l'italiano Gianni Pittella, hanno affermato a Bruxelles che il loro candidato a sostituire la signora Bratusek è la deputata europea Tanja Fajon. Pittella ha notato che quest'ultima «non avrebbe bisogno di molto tempo per preparare l'audizione» in quanto già esperta di questioni comunitarie. Weber ha parlato della deputata europea come di «una persona di esperienza».

La decisione spetta al governo sloveno, che ha assicurato una scelta in tempi brevi. Accetterà di candidare la persona scelta dal Parlamento europeo? Difficile. Il problema è complesso. Il presidente eletto dell'esecutivo comunitario Jean-Claude Juncker deve decidere come organizzare il rimpasto. La signora Bratusek doveva diventare vice presidente responsabile dell'unione energetica. Non è chiaro se il nuovo candidato sloveno avrà l'anzianità richiesta per ottenere questa posizione.

Potrebbe quindi esserci un rimpasto che va ben oltre la semplice sostituzione del rappresentante sloveno. Da giorni circola l'idea che la vice presidenza possa andare allo slovacco Maros Sefcovic, attualmente commissario ai trasporti. Un altro nodo da risolvere è quello di Tibros Navracsics, criticato perché troppo vicino al presidente nazionalista ungherese Viktor Orbán. Il suo portafoglio – istruzione, cultura, cittadinanza – potrebbe subire una cura dimagrante.

La signora Bratusek è stata bocciata dal Parlamento perché durante l'audizione è apparsa impreparata. Il voto di fiducia alla Commissione europea è previsto il 22 ottobre. Non è chiaro se questa data possa essere rispettata. Il Parlamento europeo vorrebbe confermarla. Circola un possibile calendario che prevede via via la nomina del candidato sloveno, una riunione dei presidenti dei gruppi parlamentari lunedì 13 e una audizione possibile lunedì 20, in tempo per il voto del 22.

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