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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2014 alle ore 06:39.

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Prende forma una possibile, pesante risposta del Cremlino alle sanzioni occidentali. In prima lettura, la Duma russa ha dato la propria approvazione al progetto di legge che vuole autorizzare la confisca di beni e proprietà in Russia di uno Stato straniero che abbia a sua volta bloccato asset di russi all'estero. Come è avvenuto in settembre ad Arkadij Rotenberg, uno degli imprenditori russi più vicini a Vladimir Putin, cui la Guardia di Finanza italiana ha congelato beni e attività per circa 28 milioni di euro. Rotenberg è stato inserito, insieme ad altri protagonisti della cerchia interna di Putin, nelle "liste nere" della Ue e degli Stati Uniti, nell'ambito delle sanzioni imposte a Mosca per la crisi ucraina.
La proposta - cui ora si fa riferimento come "legge Rotenberg" - prevede anche il rimborso delle proprietà perdute dalle "vittime" delle sanzioni. Decisione approvata al Parlamento di Mosca con 233 voti contro 202, una vittoria insolitamente sofferta: a favore i deputati del partito del potere, Russia Unita; contrari i comunisti, i nazionalisti del Partito "liberaldemocratico" di Vladimir Zhirinovskij e l'altro partito di opposizione, Russia Giusta. Per diventare legge, il progetto deve superare altre due votazioni alla Duma e avere poi l'approvazione della Camera alta russa, il Consiglio della Federazione, e la firma di Putin. Consentirà «a un gran numero di cittadini russi ed entità legali - ha chiarito il deputato di Russia Unita autore della proposta, Vladimir Ponevezhskij - di essere protetti dallo Stato come se fossero in Russia».
In realtà c'è chi pensa a una mossa per mettere al riparo dall'impatto delle sanzioni gli oligarchi e i funzionari più influenti; mentre anche all'interno dello stesso governo russo le perplessità sono molte. Il ministro dell'Economia, Aleksej Uljukaev, ha osservato ieri che la legge di fatto «incoraggia la fuga di capitali dal Paese in diverse forme, il che non è un obiettivo della nostra politica economica. Dal mio punto di vista - ha concluso Uljukaev - la legge sarebbe controproducente». I capitali in uscita dalla Russia stanno toccando quest'anno dimensioni record, con la prospettiva di arrivare a un totale di 120 miliardi di dollari.
Il ministro Uljukaev ha parlato di «gravi collisioni» tra la legge di Ponevezhskij e gli «obblighi internazionali». I beni di Paesi stranieri che potrebbero finire sotto sequestro - secondo il testo della legge - sarebbero anche le proprietà coperte dall'immunità diplomatica. E tuttavia, ha sottolineato Alexander Kliment di Eurasia Group, «la legge non prende di mira la proprietà privata». E se sarà approvata, «l'impatto sarà più che altro simbolico. Il progetto di legge riflette il più generale inasprimento dell'atteggiamento ufficiale russo verso governi e capitali stranieri a causa dell'Ucraina». Da parte sua Arkadij Rotenberg ha fatto sapere all'agenzia russa Interfax di non aver esercitato lobbying per far passare la legge. Né chiederà rimborsi per le proprietà perdute, quattro ville in Sardegna e un albergo a Roma, vicino a via Veneto.
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