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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2014 alle ore 17:36.
L'ultima modifica è del 10 ottobre 2014 alle ore 18:18.

Non è soltanto un’impressione: mentre i prezzi del petrolio sui mercati internazionali continuano a scendere, i consumatori italiani lamentano che il rifornimento di benzina e gasolio alla pompa continua a restare molto costoso (il più alto d’Europa), per nulla adeguato ai ribassi della materia prima. «Lo scarto tra prezzo ottimale e prezzo reale ormai è di 4-5 centesimi a litro - conferma Davide Tabarelli, presidente di NE-Nomisma Energia - ma credo che già a partire da lunedì vedremo i primi adeguamenti».

Secondo Tabarelli, c’è margine di una discesa dei prezzi di benzina e gasolio fino a 4 centesimi nella prossima settimana, a meno di (improbabili) variazioni verso l’alto dei prezzi di greggio e brent. Del resto, già durante la settimana (dopo il crollo del prezzo del peetrolio di mercoledì scorso) Eni ha rivisto al ribasso anche i prezzi di benzina e gasolio, seguito da TotalErg e Q8. Le medie nazionali «servite» di benzina e diesel raggiungono
adesso, rispettivamente, 1,782 e 1,695 euro/litro (Gpl a 0,714). Le «punte» in alcune aree sono per la verde fino a 1,834 euro/litro, il diesel a 1,745 e il Gpl a 0,752.

Ma perché questo scarto tra l’andamento dei prezzi della materia prima e quello dei costi dei carburanti? «C’è sempre una certa lentezza nell’adeguamento da parte delle compagnie - spiega Tabarelli - che è comprensibile data la volatiltà del petrolio: piuttosto che ritocchi troppo frequenti alle tariffe, in genere mal digerite dai consumatori, le compagnie preferiscono aspettare un po’ di tempo e poi procedere a un aggiustamento più stabile». In questo caso, poi, la discesa del petrolio è stata molto rapida e consistente: le compagnie si attendevano probabilmente un rimbalzo dei prezzi, che però ora risulta improbabile, secondo gli analisti. «Credo anzi che continuerà a scendere», conferma Tabarelli.

Anche secondo il presidente di Figisc-Confcommercio, Maurizio Micheli «i prezzi possono diminuire almeno di 2,5 centesimi di euro per litro nei prossimi giorni. A meno di drastiche variazioni in più o in meno delle quotazioni internazionali alla chiusura dei mercati di oggi».

In attesa della probabile discesa dei prezzi la prossima settimana, gli italiani continuano a pagare il prezzo più alto in Europa per i carburanti. «Colpa della tassazione maggiore -sopiega ancora Tabarelli - ma anche di costi differenti sulmercato inbterno della distribuzione. Siamo il Paese con il maggior numero di distributori della Ue. E questo comporta dei costi». Senza contare le difficoltà di rifornimento delle pompe di benzina, dovute tanto alla conformazione del territorio italiano, quanto alle inefficienze della rete infrastrutturale».


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