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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2014 alle ore 13:11.

Governo pronto alla fiducia sul Jobs act se la Camera non troverà un punto di equilibrio sulla riforma rispetto al testo uscito da palazzo Madama, tentando la strada delle modifiche radicali per allungare i tempi di approvazione. Si apre con questa certezza la settimana parlamentare, che giovedì vedrà il Jobs act incardinato in commissione Lavoro di Montecitorio mentre incombe l'avvio della sessione di bilancio con la presentazione della legge di Stabilità 2014. Sullo sfondo, gli sforzi della fronda interna al partito di maggioranza relativa per cambiare la delega evitando spaccature drammatiche.

Nico Stumpo (Pd): governo non metta fiducia
Se il governo è determinato, l'opposizione interna al Pd non è da meno, almeno a parole, convinta di poter correggere la riforma sfruttando i numeri a suo favore soprattutto in commissione, dove i deputati vicini alla Cgil non sono pochi. Il bersaniano Nico Stumpo, intervistato da “Repubblica”, rilancia oggi la richiesta avanzata già nei giorni scorsi dal presidente della commissione Lavoro («sono necessarie correzioni» alla delega, aveva chiarito Cesare Damiano) e sconsiglia il governo dal mettere la fiducia: «Se fosse così tuttavia la voterò, ma il Jobs act deve cambiare come ha deciso la direzione del Pd».

Pisicchio (Misto): sfruttare occasione per migliorare testo riforma
Il presidente del gruppo Misto alla Camera, Pino Pisicchio, lancia invece un appello a sfruttare il passaggio a Montecitorio «per migliorare un intervento legislativo che comunque smuove le acque stagnanti di relazioni industriali bloccate». Pisicchio ha poi auspicato l’abbandono di «pregiudizi ideologici e tentazioni di spot pubblicitari» sul fronte del lavoro, «materia incandescente che va trattata con serietà e rispetto perchè riguarda il destino di persone spesso in sofferenza».

Landini (Fiom): se parlamento vota solo fiducie, meglio chiuderlo
Tra i sindacati, la prospettiva dell'ennesima fiducia non piace soprattutto alla Cgil, impegnata a preparare la mobilitazione degli iscritti annunciata per sabato 25 ottobre. «Al Parlamento chiediamo di provare a fare il Parlamento, perchè se continuano a votare fiducie su fiducie, è meglio chiuderlo», ha attaccato il segretario generale della Fiom Maurizio Landini, parlando a margine di una iniziativa sindacale a Firenze. «La scelta di porre la fiducia - ha aggiunto - è un problema non solo per i sindacati, ma anche per il Parlamento perché', se su questioni così importanti, passa la logica che il Parlamento di fatto non esiste, che vota non la fiducia al governo ma la sfiducia a se stesso, questo rende evidente la crisi democratica che sta attraversando il nostro Paese».

Poletti contro incertezze mercato del lavoro, «veleno per investimenti»
Ieri a “In mezz'ora” il ministro Poletti aveva confermato la determinazione del Governo per un via libera senza stravolgimenti anche nel superamento dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, oggi applicato con «modalità assolutamente incerte che provocano l'esito che un tribunale in un luogo decide in un modo in un altro ed in un altro decide diversamente». L'incertezza «è il veleno degli investimenti», ha aggiunto Poletti, e per questo «faremo una operazione che definirà in maniera certa le fattispecie» che prevedono il reintegro.

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