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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2014 alle ore 14:05.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2014 alle ore 14:13.

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«Gli utenti utilizzano piattaforme multiple?». Diverse piattaforme sono spesso interconnesse e agli utilizzatori conviene interagire su più piattaforme. Ciò avviene sostanzialmente in due modi.
Il primo esempio sono le telecomunicazioni dove le piattaforme sono tecnicamente collegate: Telecom Italia, Omnitel e Wind portano a termine il traffico di ciascuno in cambio di tariffe di terminazione. Tuttavia, molte piattaforme sono scollegate. In un negozio che accetta soltanto carte Visa e MasterCard, quella dell'American Express non vale. La connettività viene ottenuta con il “multi-homing” degli utenti: l'esercente accetta tutte le carte di credito, o il cliente ha in tasca sia la Visa che l'American Express.
Il multi-homing può avere degli effetti importanti sulle strategie e sulle politiche di prezzo delle piattaforme. Il calo delle commissioni per le carte di credito lo illustra bene. American Express è tuttora la carta più cara ma la commissione è stata notevolmente ridotta nel tempo. In passato, chi andava a far acquisti aveva una sola carta di credito. Negli Stati Uniti, con l'arrivo delle carte senza spese di gestione, i clienti Amex si sono abituati ad avere anche la Visa e gli esercenti si sono accorti che non perdevano il cliente se rifiutavano l'Amex: il multi-homing ha così costretto American Express ad abbassare le tariffe.
«A volte viene prima la gallina?». In alcuni casi la sequenza temporale con cui le due parti aderiscono alla piattaforma è importante. Ad esempio, per sviluppare dei videogiochi ci vuole molto tempo. Dunque quando viene messo a punto un nuovo sistema operativo o una nuova consolle per videogiochi, bisogna convincere i programmatori a sviluppare nuovi programmi o nuovi giochi a volte anni prima che possano raggiungere i consumatori. Questi devono affrontare subito spese ingenti senza la certezza di trovare in futuro degli utilizzatori dall'altra parte della piattaforma.
Davanti a simili timori, il detentore della piattaforma può produrre da sé le applicazioni o finanziare l'operazione con venture capital. Quando lanciò l'X-box, Microsoft aveva già sviluppato numerosi giochi. Da questo punto di vista non sorprende che le piattaforme vendano le consolle sotto costo (a quanto si dice 100 dollari sotto costo per l'X-box di Microsoft). Arruolare il più grande numero di giocatori possibile è l'unico modo in cui esse possono fare profitti e rassicurare chi sviluppa i giochi.
«Quali sono le implicazioni per la regolamentazione dei mercati?». Negli ultimi tempi le piattaforme bilaterali hanno richiamato l'attenzione delle autorità di vigilanza e dell'antitrust. Le commissioni d'interscambio (che ripartiscono i costi tra esercenti e titolari) sono sotto esame in tutto il mondo, così come le tariffe di raccolta e di terminazione nelle telecomunicazioni.
Molte piattaforme hanno sul mercato una posizione dominante. Abusano del proprio potere? Le autorità devono intervenire? In realtà nel caso dei mercati bilaterali, l'approccio standard dell'antitrust deve essere modificato. Prendiamo per esempio il concetto di prezzo predatorio, ossia la vendita sotto costo per eliminare i concorrenti dal mercato. Abbiamo visto che in parecchi settori, le piattaforme sono gratuite per una delle parti. In base ai criteri standard si tratta senz'altro di predazione. Ma la teoria e la pratica dei mercati bilaterali dimostrano che questa struttura dei prezzi, oltre ad avere senso economico per le imprese, non è la prova di un potere di mercato dominante - si pensi all'entrata gratuita per le donne nelle discoteche o ai quotidiani gratuiti - e neppure di un comportamento socialmente inefficiente, dato che permette alle due parti del mercato di interagire e venire in contatto tra loro. Come altri mercati, quelli bilaterali possono creare gravi problemi alla libera concorrenza. Ma i “policymaker” devono adeguare le proprie pratiche in modo da tenere conto delle caratteristiche di questi mercati. (Traduzione di Sylvie Coyaud)

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