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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2014 alle ore 21:15.

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Aumentare le tasse sul gioco per incassare due miliardi da destinare alla riduzione delle tasse e salvare gli sgravi fiscali delle famiglie. Quale migliore occasione se non aumentare le tasse sui giochi con la legge di stabilità? È l'ultima tentazione di Palazzo Chigi per far cassa e aggiustare i conti della ex Finanziaria che sarà presentata domani. Tra le proposte all'esame del Ppremier e del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan da qualche giorno c'è anche quella di aumentare di 5 punti il prelievo erariale unico sulle new slot e di altri 5 punti il Preu sulle Vlt (gli apparecchi di nuova generazione) per incassare almeno 2 miliardi di euro.

L’operazione comporta più di un’insidia
Sulla carta è un'operazione matematica alla portata di tutti ma che in realtà nasconde più di un'insidia per la stessa tenuta del gettito erariale così come quelle dell'intero comparto. Che al contrario resta in attesa di vedere riscritte ex novo tutte le “regole del gioco” con l'attuazione della delega fiscale, dalla tassazione alla tutela della salute pubblica, dal rapporto con le autonomie locali al contrasto dell'illegalità.

Già una contrazione di quasi il 5%
Il settore degli apparecchi da intrattenimento, che da solo incide per oltre il 55% sia sulla raccolta complessiva sia sulle entrate dello Stato, nel primo semestre ha subito già una contrazione di quasi il 5% (al 30 giugno la raccolta segnava -4,87% e le entrate erariale -4,1%) attestandosi a 23,1 miliardi contro i 24,3 raccolti nel 2013 e i 24,7 giocati dagli italiani nel 2012. In termini di minori entrate lo Stato in sei mesi ha già perso sulle new slot e sulle Vlt oltre 92,7 milioni di euro. L'aumento proposto e che in queste ore è all'esame dei tecnici dell'Economia potrebbe dunque far crollare definitivamente il mercato o quanto meno la parte più consistente del gettito erariale che lo Stato incassa ogni anno. Infatti, davanti a un aumento della pressione fiscale così congegnata andrebbe valutato l'impatto dell'elasticità della domanda che caratterizza mercati come quelli del gioco o del fumo.

Lo studio della Luiss: incasso immediato, poi contrazione della base imponibile
L'Università Luiss di Roma in un recente studio ha messo in evidenza come la valutazione di un aumento delle tasse sui giochi non possa prescindere, come detto, dall'elasticità della domanda rispetto al prezzo. In sostanza, spiega la Luiss con un aumento di 5 punti percentuali si avrebbe un incasso immediato per assistere poi inesorabilmente a una perdita di gettito legato alla contrazione della base imponibile. Per la Luiss, ipotizzando un aumento del Preu di 5 punti percentuali (quindi un passaggio da 13% a 18% per le Slot e da 5% a 10% per le Vlt) e, una riduzione del payout sufficiente a mantenere inalterati i margini della filiera, si presenterebbero scenari diversi in base al valore dell'elasticità della domanda: con un'elasticità pari a 2 le slot subirebbero una contrazione della domanda di circa il 40%, con una potenziale perdita di gettito (calcolata solo sul Preu) intorno ai 520 milioni; per le Vlt, invece, si determinerebbe una contrazione della domanda di circa il 97%, con una potenziale perdita di gettito (sempre solo sul Preu) addirittura vicina ai 1,1 miliardi. Se l'elasticità fosse di 1,5 punti la perdita sulle New slot sarebbe di 100 milioni mentre quella sulle Vlt di poco superiore ai 500 milioni. In sostanza conclude lo studio della Luiss la riduzione reale della domanda dovuta all'incremento del Preu, e alla conseguente diminuzione dei payout (la percentuale di restituzione in vincita ai giocatori), non consentirebbe variazioni del payout ampie come quelle necessarie per il mantenimento dei margini della filiera. Non solo. Le riduzioni delle possibilità di vincita spingerebbero i giocatori verso offerte di gioco più appetibile ma illegali con una perdita progressiva per le casse dell'Erario.

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