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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2014 alle ore 16:31.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2014 alle ore 16:52.

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Jean Tirole (Ap)Jean Tirole (Ap)

Un francese, un esperto di regolazione dei mercati. Il premio Nobel per l'economia 2014 a Jean Tirole potrebbe dar l'impressione di voler segnare una svolta, un cambiamento importante, dopo anni di premi concessi a economisti di scuola americana. Invece si inscrive perfettamente nella logica del premio che – criticabile e incompleta quanto si vuole - non si limita a premiare tutti gli studiosi che hanno aperto strade nuove nella scienza economica, ma sembra seguire da tempo un percorso preciso.
L’economia e il potere
Il Nobel è stato concesso a Tirole «per la sua analisi del potere di mercato e per la regolazione». Potere di mercato è un concetto che difficilmente appare laddove, in economia, la retorica prende il posto della scienza, ma che è di grande importanza. Gli studi di Tirole sulla regolazione delle imprese dominanti, con il problema della cattura del regolatore ma anche quello dell'informazione asimmetrica – l'azienda sa cose che il controllore non può conoscere – sono la prima motivazione del riconoscimento di Stoccolma.
Rigore e realismo
L'approccio di Tirole, come quello di diversi premi Nobel degli anni passati, ha però la caratteristica di legare insieme il rigore metodologico, ottenuto per esempio attraverso l'uso della teoria dei giochi – che anche grazie a lui è stata applicata alla materia dei contratti, delle aste, dei meccanismi di mercato – e il realismo, che lo ha spinto a occuparsi di mercati imperfetti, lontani dallo schema classico – importante, ma solo come benchmark, come punto di riferimento – della concorrenza perfetta: gli oligopoli, i monopoli, i settori verticalmente integrati e i singoli concreti mercati, ciascuno con le sue peculiarità come le telecomunicazioni, le banche, la produzione e distribuzione di elettricità.
La teoria delle Authority
L'obiettivo di Tirole – ingegnere e matematico, prima che economista – è sempre stato quello di definire la regolazione più adeguata per ciascun mercato concreto. Non si tratta più di trovare una serie di principi generali, ma piuttosto un metodo per affrontare le situazioni concrete. Il proliferarsi delle Authority dei singoli mercati può essere considerato un frutto delle ricerche di Tirole e di Jean-Jacques Laffont (che oggi avrebbe forse condiviso il premio, se fosse stato ancora vivo). Un altro importante contributo è lo studio del comportamento strategico degli oligopolisti, che cercano di influire sui concorrenti con le loro iniziative, in modo esplicito e implicito: l'economia non è fatta solo di prezzi. Tirole ha inoltre introdotto il concetto di platform market, nei quali c'è un forte legame tra diversi attori: si pensi al mercato dei giornali, e al rapporto tra lettori-compratori e inserzionisti di pubblicità.
Il peso dei monopoli
Tirole ha anche messo in chiaro che i monopolisti (o i quasi monopolisti) che controllano un elemento della catena di produzione possono avere un forte potere sui mercati a valle, sia nel senso che possono ricavarne profitti, sia nel senso che possono distorcere la concorrenza. Un esempio sono le aziende produttrici di sistemi operativi – Microsoft – che hanno un grande potere sull'intero settore dei computer al punto che le autorità antitrust europee e americane sono dovute intervenire.
Una lunga genealogia
Il premio a Tirole non è così isolato ed eccentrico come potrebbe sembrare. È lo stesso istituto di Stoccolma che disegna la genealogia dei premi dedicati agli sviluppi e alle applicazioni della teoria dei giochi: nel '94, sono stati infatti premiati John Harsanyi, John Nash, e Reinhard Selten per la teoria dei giochi non-cooperativi; nel 2005 Robert Aumann e Thomas Schelling per la loro analisi dei conflitti e della cooperaizone, nel 2007 Leonid Hurwicz, Eric Maskin, e Roger Myerson per la teoria del mechanism design. A questi si possono aggiungere il Nobel del '96 a James Mirrlees (analisi della tassazione) e William Vickrey (teoria delle aste) e quello del 2012 a Lloyd Shapley e Alvin Roth for la loro analisi dei matching markets.
Un involontario premio alla Francia
È indirettamente, forse involontariamente, anche un premio alla Francia. Tirole è oggi direttore dell'École des hautes études en sciences sociales (EHESS): è lo stesso istituto dove lavora Thomas Piketty, l'economista della diseguaglianza, ma soprattutto è la scuola dove hanno lavorato molti studiosi che hanno plasmato la cultura francese degli ultimi decenni come, per fare solo due nomi, lo storico Fernand Braudel e il filosofo Jacques Derrida. La Francia non gode di buona stampa, da diverso tempo, ma la capacità del suo settore pubblico – e di quello dell'istruzione in particolare – di premiare le competenze, soprattutto quelle più originali, è indubbia.

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