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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2014 alle ore 22:54.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2014 alle ore 23:12.

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«Due membri della missione Onu in Liberia sono morti a causa del virus Ebola e altri 39 sono in quarantena»: lo ha confermato il capo delle operazioni di pace delle Nazioni Unite, Herve Ladsous, nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza che si è tenuta per fare il punto sull’epidemia. «Gli sforzi internazionali non sono abbastanza per fermare Ebola, ma dobbiamo combattere il virus adesso o ci troveremo davanti ad una crisi senza precedenti per la quale non c'è un piano», ha detto Anthony Banbury, capo della missione Onu per l'emergenza dell'epidemia (Unmeer), parlando in videoconferenza nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza. «Ebola va più veloce di noi», ha aggiunto.

Onu conferma previsioni Oms: in dicembre 10mila contagi a settimana
Le Nazioni Unite confermano quindi le stime dell'Oms, affermando che il numero di nuovi contagi per il virus Ebola potrebbe arrivare a 10 mila casi a settimana in dicembre. Banbury ha spiegato come «i quattro passaggi chiave per fermare Ebola sono identificare e rintracciare chi ha avuto contatto con i malati, gestire i casi, seppellire in modo sicuro i morti, avere informazioni su come proteggersi dal virus».

Banbury ha poi precisato come «fino a che ci sarà un solo malato in Guinea, Liberia e Sierra Leone, la minaccia riguarderà tutti i Paesi e tutte le persone», ribadendo che l'epidemia di Ebola «è una crisi senza precedenti e in crescita».

Il bilancio continua a crescere: finora quasi 4.500 vittime
Intanto, tra falsi allarmi (un aereo è dovuto atterrare a Fiumicino per il malore di due persone) ed emergenze reali, continua a crescere il bilancio dell'epidemia di Ebola: il totale dei casi è salito a 8.914 e raggiungerà i 9mila entro la settimana. I decessi sono saliti a 4.447 con una mortalità che si attesta intorno al 50%.

In Europa un contagiato di Ebola è morto la notte scorsa in Germania, segnando il primo decesso nel paese: si tratta di un dipendente africano dell'Onu portato a Lipsia dalla Liberia. L'uomo, di 56 anni, è deceduto in un ospedale della città dell'est della Germania. Escluso il contagio invece per il caso di Bruxelles che aveva fatto ieri preoccupare il Belgio.

Del resto, come ha spiegato professor Robert Gallo, immunologo e virologo statunitense, noto soprattutto per aver scoperto nel 1983 il virus Hiv, «non ci sono al momento virus più potenti di Ebola in Africa e più pericolosi di questo».

In Usa infermiera migliora, Obama: lezione sia applicata ad altri ospedali
Gli Usa «faranno in modo che la lezione imparata sia applicata agli altri ospedali del Paese». Lo ha detto il presidente Usa, Barack Obama, in riferimento al caso dell'infermiera americana rimasta contagiata dal virus dell'ebola dopo essere stata in contatto con un paziente liberiano che è poi morto. L'amministrazione - ha aggiunto Obama - sta facendo «affluire risorse a Dallas» per capire cosa è successo all'infermiera Nina Pham. Obama ha anche riconosciuto l'impegno della giovane e delle altre infermiere.

In Usa annunciata nuova task force contro Ebola
Negli Usa nuova taske force contro il virus. Una singola persona che in ogni zona di crisi «controlli e gestisca la situazione» e il Cdc ebola response team, un gruppo centrale negli Stati Uniti a cui fare riferimento. E ancora una maggiore velocità nella risposta, con personale «adeguatamente formato che possa portare il proprio aiuto in poche ore». Sono queste le nuove misure annunciate oggi da Tom Frieden, direttore dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti, in una conferenza stampa dal suo quartier generale ad Atlanta. «Anche una singola infezione è inaccettabile e faremo di tutto per la salute dei cittadini», ha continuato il direttore ricordando che la infermiera ammalata di Ebola a Dallas sta migliorando.

Da Zuckerberg 25 milioni di dollari
Mark Zuckerberg e la moglie Priscilla Chan hanno donato 25 milioni di dollari al Center for Disease Control Foundation per combattere l'epidemia di Ebola. «Dobbiamo tenere il virus sotto controllo nel breve termine, in modo che non si diffonda ulteriormente e finisca per diventare una epidemia su larga scala che va avanti per decenni, come per l'Hiv o la polio», ha affermato il fondatore di Facebook.


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