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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2014 alle ore 13:47.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2014 alle ore 20:12.

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Sigmar Gabrile (Reuters)Sigmar Gabrile (Reuters)

Italia e Francia saranno anche bambini problematici, ma di certo non è con loro che la Germania può prendersela se è arrivata l’ora, dopo i dati negativi delle ultime settimane, anche per il taglio delle stime del Pil. E che taglio. Il ministero dell’Economia ha rivisto le previsioni (rese note ad aprile), per quest’anno dall’1,8% all’1,2%. Ancora più pesante la variazione nel 2015, dal 2% all’1,3 per cento.

«La Germania si trova in acque increspate», ha dichiarato il vicecancelliere Sigmar Gabriel, socialdemocratico, responsabile anche per i dicasteri dell’economia e dell’energia. Il problema è noto, una domanda debole, sia interna che estera. La prima economia dell'Eurozona, ha spiegato Gabriel, è in difficoltà a causa della debolezza della congiuntura mondiale, che limita nettamente la capacità di export di Berlino, e dell'intensificarsi delle crisi geopolitiche internazionali che hanno aumentato l'incertezza e spinto gli imprenditori a congelare i piani di investimenti. Per Gabriel, la Germania ha bisogno di aumentare «in modo consistente gli investimenti nelle sue infrastrutture» per generare crescita.

Da tempo la Spd, partner di governo della Merkel nella grande coalizione, preme sulla cancelliera perché vari un piano di stimoli economici capace di ridare slancio alla crescita. La discussione è in corso e qualcosa potrebbe muoversi nelle prossime settimane, anche alla luce delle revisioni al ribasso del Pil.

La Legge finanziaria che il Governo ha mandato a Bruxelles è però ancora all’insegna dell’austerità: prevede infatti il pareggio di bilancio senza l’emissione di nuovo debito. Su questo il vicecancelliere non ha mostrato di aver cambiato idea: «Maggiori debiti in Germania - ha detto - non portano crescita in Italia, Francia, Spagna o Grecia. Dunque il Governo resta fedele al suo obiettivo di un bilancio a zero deficit».

Minimizza comunque il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, alla conferenza stampa nazionale al termine dell'Ecofin. Per Schaeuble la debolezza della crescita economica della Germania sarà temporanea: già nel 2015 la situazione migliorerà e «non è il caso di parlare di crisi».


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