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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2014 alle ore 11:00.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2014 alle ore 13:19.

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Giorno di scacco alle mafie, quello odierno. Il Centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Palermo, dopo i sequestri effettuati a partire da maggio 2013 su proposta dell'allora direttore Arturo De Felice, che hanno già colpito il consistente patrimonio immobiliare, mobiliare ed aziendale (per oltre 38 milioni) di Salvatore Vetrano, 43enne imprenditore palermitano, ha eseguito un ulteriore sequestro di tre società controllate dall'uomo. Le società sono “Mass di Mirolla Marco”, ditta individuale “Vetrano Salvatore” e “Da Damiano srl” e operano nel commercio dei prodotti ittici surgelati.

Vetrano, considerato dagli investigatori della Dia vicino ad elementi di spicco di Cosa nostra (Gianfranco Puccio e Giuseppe Salvatore Riina, figlio del capo mafia Salvatore Riina) è ritenuto un collettore di interessi mafiosi nel settore merceologico del “freddo”, anche attraverso il ricorso ad alcuni suoi familiari.

Il provvedimento rientra in una più ampia attività investigativa, condotta dalla Dia palermitana con il procuratore aggiunto della Procura Distrettuale di Palermo, Bernardo Petralia, finalizzata all'individuazione di altri personaggi collegati a Vetrano, interessati a speculare nel settore dei surgelati.

Nel corso delle indagini si è accertato come le tre società venissero utilizzate per stornare gli affari dalle aziende già sottoposte a sequestro, attualmente gestite dagli amministratori giudiziari. Gli accertamenti patrimoniali hanno anche evidenziato la volontà di acquisire il know-how delle società già sequestrate, tramite il reimpiego dei dipendenti già occupati nelle citate attività commerciali, con lo scopo di indebolire o vanificare l'azione dello Stato nell'opera di recupero aziendale.

In tale quadro, è emerso il ruolo attivo assunto dallo stesso Vetrano che, in qualità di agente di commercio di prodotti ittici, attività esercitata mediante la neo-costituita omonima ditta individuale, ha interloquito direttamente anche con i potenziali clienti/acquirenti delle società già sequestrate, sottraendoli a queste ultime ed arrecando grave danno all'attività degli amministratori, in violazione del codice antimafia.

Il Tribunale di Palermo - sezione Misure di revenzione (presidente Silvana Saguto), condividendo le risultanze investigative del Centro operativo palermitano, ha quindi disposto il sequestro delle aziende, del valore di circa tre milioni. Con questo provvedimento, il patrimonio complessivamente direttamente o indirettamente sottratto a Salvatore Vetrano è di oltre 41 milioni.

r.galullo@ilsole24ore.com

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