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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2014 alle ore 17:55.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2014 alle ore 18:59.

BRUXELLES - Solo un “colloquio di routine”, minimizzano fonti di Palazzo Chigi, ma la telefonata di questa mattina tra il premier Matteo Renzi e il nuovo presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker pare sia servito anche per fare il punto sulla nuova legge di Stabilita' italiana che passera' domani all'esame del Consiglio dei ministri. Come e' noto sara' la Commissione uscente, in carica fino alla fine di ottobre, ad esaminare la Legge di stabilita' ma gli effetti di un' eventuale procedura dovranno essere gestiti dal nuovo esecutivo comunitario nel quale l'attuale commissario per gli Affari economici e monetari Jyrki Katainen ricoprira' il ruolo di vicepresidente per crescita, investimenti e competitivita' con supervisione su tutti i portafogli economici compreso quello degli affari economici assegnato al francese Moscovici.
Mentre a Lussemburgo il ministro dell'Economia Padoan ribadiva la linea italiana volta ad “applicare i principi della crescita europea nel pieno rispetto dei vincoli del Patto di stabilita' e nel perseguimento del processo di aggiustamento degli squilibri strutturali”, Renzi cercava di capire con Juncker fino a che punto si potra' spingere domani nel Consiglio dei ministri nella sua manovra da 30 miliardi finanziata per 13,3 miliardi su tagli, per 11,5 miliardi con ricorso a deficit e per 5 miliardi su entrare fiscali di vario genere.
Ma nella messa a punto del provvedimento che portera' il deficit dal previsto 2.2 % al 2.9% Padoan avrebbe messo in conto alcuni rilievi di Bruxelles prevedendo una “riserva speciale” di 2.5 miliardi per far fronte ad eventuali contestazioni dell'Unione europea.
Juncker avrebbe preso buona nota delle motivazioni di Renzi (ridurre le tasse e rimettere in moto il ciclo produttivo) e avrebbe anche informato il premier italiano sugli ultimi nodi relativi alla formazione del nuovo esecutivo Ue. Proprio questa sera Juncker incontrera' il nuovo candidato commissario sloveno, attuale vicepremier e ministro per lo Sviluppo Violeta Bulc dopo la bocciatura della Bratusek.
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