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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2014 alle ore 17:19.

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«La pressione militare dell'Isis in Siria e in Iraq implica rischi rilevanti per l'Europa e per l'Italia, anche per la forza attrattiva che il movimento sembra poter esercitare su altre formazioni jihadiste e dell'estremismo islamico in aree non contigue ai territori controllati». È questo l'allarme lanciato dal Consiglio supremo di Difesa presieduto oggi dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Quirinale. Alla riunione hanno partecipato: il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi; il ministro degli Affari Esteri, Federica Mogherini; il ministro degli Interni, Angelino Alfano; il ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan; il ministro della Difesa, Roberta Pinotti; il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi; il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli.

Prevenire la destabilizzazione della Libia
«È quindi necessario che l'Italia, insieme a Nazioni Unite e Unione Europea, consideri con estrema attenzione gli eventi in corso ed eserciti ogni possibile sforzo per prevenire, in particolare, l'ulteriore destabilizzazione della Libia - avverte il Consiglio supremo di difesa -. La minaccia costituita dai cosiddetti foreign fighters rende evidente l'esigenza di uno sforzo integrato e senza soluzione di continuità, sia sul fronte informativo sia su quello esecutivo, da parte dei dispositivi di sicurezza esterna e interna nazionali e internazionali».


Occorre una rapida trasformazione delle Forze armate
«La situazione in atto - prosegue la nota del Csd - dimostra l'urgenza e l'importanza, pur nei limiti della ridotta disponibilità di risorse, di una rapida trasformazione delle nostre Forze Armate e dell'organizzazione europea della sicurezza. Se le prime dovranno essere rese più pronte ed efficaci rispetto ai compiti da assolvere nelle aree di prioritario interesse per il nostro Paese, il solo sforzo nazionale non potra' essere sufficiente a garantire l'Italia, come ciascuno degli altri Paesi europei, dalle minacce e dai rischi che si prospettano gia' nel breve termine». Il Libro Bianco dovrà fornire indicazioni sulla strategia politico-militare che l'Italia intende attuare in sede Ue e Nato e in materia di riorganizzazione e integrazione delle forze armate e del sistema di difesa. Il libro bianco «darà indicazioni circa la strategia di integrazione politico-militare che il Governo intende realizzare in ambito Ue e Nato. Pur se il contributo italiano agli obiettivi della sicurezza nazionale e comune non potrà che essere limitato in termini di uomini e mezzi, il nostro Paese dovrà essere in grado di fornire, nei consessi internazionali, un apporto qualificante e incisivo sul piano delle iniziative di prevenzione e di risoluzione delle crisi».

Marò: continuare a perseguire una rapida soluzione della vicenda
Il Consiglio supremo di Difesa «ha ribadito la necessità di continuare a perseguire una rapida soluzione della vicenda dei nostri fanti di marina», si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione.

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