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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2014 alle ore 16:32.
L'ultima modifica è del 16 ottobre 2014 alle ore 16:35.

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«Individueremo una data per il Consiglio dei ministri» che chiuderà l'esperienza di Mare Nostrum. «Di certo, sarà entro il primo novembre, data dell'entrata in funzione dell'operazione Triton», coordinata a livello Europeo da Frontex. Lo ha spiegato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a margine della sua informativa alla Camera dei deputati.

Triton avrà come obiettivo principale quello di contrastare l’immigrazione irregolare
«La missione Triton di Frontex avrà regole d'ingaggio diverse da Mare Nostrum e avraà l'obiettivo principale di contrastare l'immigrazione irregolare e il traffico di esseri umani. Le sue navi fisseranno la linea di pattugliamento a 30 miglia dalle coste italiane e le imbarcazioni utilizzate per il trasporto degli stranieri potranno essere distrutte.

L’Italia continuerà ad adempire al dovere di ricerca e soccorso
Anche dopo la dismissione di Mare Nostrum l'Italia continuerà ad adempiere al dovere di ricerca e soccorso cui sono tenuti tutti gli Stati, ha soiegato il ministro, «ma non avremo due linee di difesa sulle nostre frontiere, una a 30 miglia e una più avanzata sulle coste africane. Per questo Mare Nostrum non conviverà con l'operazione di Frontex e sarà chiusa», ha detto il ministro durante un'informativa urgente alla Camera.

Il budget di Frontex verrà incrementato con 20 milioni per il 2015
Alfano ha ricordato che Triton partirà «l'1 novembre: il budget di Frontex verraà incrementato con 20 milioni di euro per il 2015. L'operazione di Frontex alla frontiera meridionale del Mediterraneo centrale anche in ragione del suo più vasto raggio d'azione, non limitato al Canale di Sicilia, richiederà la più ampia compartecipazione degli Stati membri: sono 19, oltre l'Italia, gli Stati che hanno già dato la disponibilità a partecipare all'operazione Triton: significa che si sta per realizzare un'operazione con una partecipazione di Stati senza precedenti. Alcuni Stati hanno dato la loro disponibilità con assetti aerei, altri con assetti navali, con personale o fornendo esperti», ha concluso il titolare del Viminale.

Rivedere le politiche Ue sui rifugiati
«Il varo dell'operazione di Frontex, a cui si ricollegano cospicui e immediati risparmi per il Paese, è un punto di arrivo di una lunga politica di sollecitazione a un maggiore sforzo delle istituzioni europee e allo stesso tempo è un punto di partenza verso il traguardo che non richiede solo un più forte coinvolgimento degli Stati membri e di Frontex, ma una rivisitazione non superficiale delle politiche europee nei confronti del problema dei rifugiati», ha sottolineato il ministro. «L'approntamento di tutte le misure necessarie all'accoglienza dei migranti è un compito che spetta all'Europa e non a un singolo Paese: tuttavia per ora dobbiamo fare i conti con il principio base del regolamento di Dublino, ma per ottenere questi obiettivi i nostri sforzi nel semestre italiano si sono concentrati su un'applicazione flessibile del regolamento di Dublino, tenendo conto ai fini della determinazione dello Stato competente» per la richiesta di asilo «dei fattori familiari per i ricongiungimenti e dell'interesse dei minori», ha concluso Alfano.

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