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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2014 alle ore 17:22.
L'ultima modifica è del 16 ottobre 2014 alle ore 20:29.

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Ancora un buco nell’acqua per l’elezione dei due giudici costituzionali (alla ventesima votazione) e del terzo membro laico del Csm (oggi il terzo tentativo) che deve sostituire Teresa Bene, dichiarata ineleggibile. Il Parlamento riunito in seduta comune non è neppure riuscito a raggiungere il quorum necessario. Per la Consulta hanno votato solo 538 parlamentari contro i 570 necessari (i tre quinti dell’assemblea). A prendere più voti è stato il presidente del Senato Pietro Grasso con 43 preferenze. Tra gli altri, Luciano Violante ha raccolto 11 voti mentre 8 sono andati a Donato Bruno; 407 sono state le schede bianche e 70 le nulle. Per il Csm i votanti sono stati sempre 538 ma nessuno dei candidati ha raggiunto il quorum richiesto dei tre quinti dei presenti, pari a 323: Zaccaria ha avuto 92 voti, Guerra 33, Ermini 7, Piepoli 6. Nei prossimi giorni sarà indicata la data del prossimo scrutinio. Tra le forze politiche non c’è nessun accordo, ma la linea dei presidenti di Camera e Senato è di continuare a votare a oltranza.

Nessun accordo tra i partiti
La fumata nera era scontata. I parlamentari di Pd e Fi avevano ricevuto indicazione di votare scheda bianca anche stavolta, dopo che ieri era andata a vuoto la diciannovesima votazione per la Consulta. Nessun candidato aveva raggiunto il quorum richiesto dei tre quinti dei componenti dell’assemblea, pari a 570 voti. Le schede bianche erano state 445. Ma sembravano in crescita i consensi per Grasso. Il presidente del Senato, sponsorizzato dalla Lega, che vorrebbe portare Roberto Calderoli alla presidenza di palazzo Madama, aveva incassato 117 voti (contro i 94 della votazione precedente. Donato Bruno (Fi) aveva ricevuto 23 voti.

Boldrini: la soluzione non è a portata di mano
Durante la conferenza dei capigruppo riunita dopo l’ennesimo stallo, la presidente della Camera Laura Boldrini ha riconosciuto che «la soluzione non sembra essere a portata di mano». Boldrini si terrà in contatto con i presidenti dei gruppi e prima di un nuovo scrutinio verrà dato il «tempo necessario per favorire un’intesa» tra i gruppi e al loro interno. Facendo prevalere - ha auspicato la presidente - «il senso di responsabilità».

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