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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2014 alle ore 06:37.

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di Vittorio Da Rold
La miccia, ancora una volta, è stata innescata ad Atene, l'anello debole dell'eurozona. La Borsa greca ha registrato la più grande perdita giornaliera dai tempi dell'apogeo della crisi europea, mentre i rendimenti obbligazionari sono schizzati al 7,58%, livelli che bocciano senza appello la richiesta del governo Samaras di uscire dal piano di salvataggio internazionale con un anno di anticipo.
La Borsa greca ha punito l'azzardo o l'hubris per meglio dire, del premier greco, lasciando sul terreno a fine giornata il 6,25% dopo aver toccato l'apice fino al 10 per cento. Una débãcle per il premier Antonis Samaras.
Il bond decennale ha lasciato sul terreno più di 80 punti base in un giorno, raggiungendo il 7,58%, il punto più alto dal mese di febbraio, riflettendo la mancanza di fiducia nella capacità del governo di «rassicurare i mercati che la Grecia è in grando di finanziarsi autonomamente sul mercato» e uscire dall'ombrello protettivo della troika con un anno di anticipo.
Gli investitori internazionali sono anche preoccupati sul possibile ricorso ad elezioni anticipate a causa dell'impasse per il rinnovo del capo dello Stato, in un paese che è stato al centro della crisi del debito dell'eurozona dal 2010, quando vennero decisi ben due piani di salvataggio per un valore complessivo di 240 miliardi di euro e una ristrutturazione del debito per 100 miliardi di perdite, la maggiore dell'era moderna per un paese di appena 11 milioni di abitanti.
«Gli investitori sono preoccupati che la Grecia non possa sopravvivere da sola. A questi livelli di rendimenti (sopra il 7%, n.d.r.) il mercato non è disposto a dare fiducia alla Grecia», ha detto Alessandro Giansanti, strategist di ING.
Come se non bastasse è arrivata la tegola di Fitch che ritiene che gli stress test sulle banche Ue che le autorità europee renderanno pubblici il 26 ottobre, «potrebbero rivelare altre carenze di capitale in Grecia, specialmente se le misure di ristrutturazione previste non verranno pienamente attuate». L'agenzia di rating ha rilevato che la quota di crediti deteriorati spazia dal 29,7% della Banca Nazionale di Grecia a ben il 45,6% della Alfa Bank, quasi la metà degli impieghi, in base ai dati risalenti a fine 2013. Vero è che comunque il Fondo ellenico per la stabilità finanziaria ha ancora in cassa 15 miliardi di euro di riserve di per ricapitalizzare le banche in difficoltà.
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