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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2014 alle ore 14:56.
L'ultima modifica è del 17 ottobre 2014 alle ore 21:07.

(Afp)(Afp)

«Escludo l'apertura di una procedura di infrazione. Noi comunque siamo pronti al dialogo» e abbiamo fatto una «manovra che va in direzione dei bisogni del Paese» nel «rispetto di tutte le regole». Lo ha detto il premier Matteo Renzi al Tg1 parlando della legge di stabilità. Il premier è tornato sulla questione dei tagli alle Regioni che hanno provocato ieri la rivolta dei governatori. Lo ha fatto continuando ad attaccare: «Le regioni facciano la loro parte perché hanno qualcosa da farsi perdonare». E ancora: «È da 20 anni che pagano solo le famiglie, è ora che paghino anche Comuni e Regioni». Poi però ha concluso conciliante: «Sono assolutamente certo che anche con le regioni prevarrà il buonsenso».

Poco prima il governatore piemontese e presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino, dopo le polemiche di ieri con il premier sui «tagli insostenibili» della legge di stabilità, aveva indossato i panni del mediatore, sollecitando un incontro con Renzi. «Abbiamo detto al Governo che siamo pronti con delle proposte che ci consentono di rispettare il saldo dei 4 miliardi di taglio - ha dichiarato - ma il grado di complessità tecnica (in parte tagli, in parte rimodulazione di entrate) è molto elevato e richiede un confronto per il quale occorre un mandato politico che deve venire da un incontro a Palazzo Chigi».

Renzi: escludo procedura infrazione Ue
Al Tg1 Renzi ha escluso «l'apertura di una procedura di infrazione da parte della Ue» sulla legge di stabilità. E ha aggiunto: «Noi comunque siamo a disposizione, pronti al dialogo». Lo ha fatto rivendicando una «manovra che va in direzione dei bisogni del Paese», nel rispetto di «tutte le regole». Quanto alle misure prese dal governo per rilanciare l’occupazione e al corteo di protesta organizzato oggi a Torino dalla Fiom, il premier ha detto: «L'unico modo per combattere la disoccupazione non è scendere in piazza a protestare ma mettere le aziende in condizione di assumere. C'è chi vuole occupare le fabbriche. Ecco: io voglio aprirle».

«Regioni hanno cose da farsi perdonare»
Poi il premier ha rivendicato gli effetti positivi della manovra su imprese e famiglie. «La legge di stabilità ha già effetti sui cittadini con il bonus degli 80 euro. Da gennaio avrà effetti anche sulle imprese. Di solito un presidente del consiglio va in tv a dire quali sacrifici si devono fare. Stavolta invece stiamo a dire meno 18 miliardi di tasse, restituiamo alla gente quello che la gente ha diritto di avere. E' da 20 anni che pagano solo le famiglie e ora che paghino anche Comuni e Regioni» ha detto Matteo Renzi, che ha aggiunto: «le Regioni facciano la loro parte» anche perché «hanno qualcosa da farsi perdonare», spiegando di riferirsi al «comportamento di alcuni consiglieri regionali».

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