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Meno austerity e tasse più leggere: le manovre degli altri

Fisco più light e misure per la crescita, oltre a tagli di spesa. Con la cinghia allentata sulle misure di austerity. È il filo rosso che lega i budget 2015 dei Paese europei, da mercoledì scorso all'esame di Bruxelles. Con un'eccezione (la Germania) che conferma la regola

4. Le manovre degli altri / Portogallo

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Tutto ha un limite. Lo ha lasciato intendere il ministro delle Finanze Maria Luis Albuquerque presentando il budget per il 2015. Uscito nel maggio scorso dal programma di salvataggio da 78 miliardi di euro targato Ue e Fmi, il Paese ha ridotto il deficit di oltre 6 punti percentuali in soli quattro anni.

L'austerity proseguirà anche il prossimo anno ma Lisbona chiarisce sin da subito due aspetti: la riduzione del disavanzo sarà un po' più soft rispetto alle richieste di Bruxelles (2,7 anziché 2,5% rispetto al 4,8% del 2014) e non ci saranno ulteriori rialzi delle imposte perché danneggerebbero le prospettive di crescita prevista all'1,5 per cento. Anzi, per le imprese il 2015 porterà buone notizie: la corporate tax scenderà dal 23 al 21 per cento.

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