Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2014 alle ore 06:38.
Giancarlo Galan ottiene il patteggiamento nella vicenda giudiziaria del Mose, dove era accusato di corruzione. Ieri il gup Giuliana Galasso ha dato il via libera all'accordo già raggiunto tra procura di Venezia e avvocati, in base al quale l'ex presidente del Veneto sconterà ai domiciliari 2 anni e 10 mesi, pagando 2,6 milioni di multa. Insieme a Galan, hanno ottenuto il patteggiamento altri 18 imputati. Galan è tra i 35 indagati nell'inchiesta, che ha messo in luce un sistema di sovrafatturazione per consulenze fittizie e sperpero di risorse pubbliche intorno al Consorzio Venezia Nuova, il concessionario che realizza le dighe veneziane. Oltre al deputato di Forza Italia, ancora in carica, sono coinvolti nelle indagini imprenditori e pubblici ufficiali, tra cui il presidente del magistrato delle acque Patrizio Cuccioletta e il generale della Guardia di finanza Emilio Spaziante. Il primo ha ottenuto ieri il patteggiamento, mentre per il secondo si deciderà il 5 novembre.
I pm veneziani Stefano Buccini, Stefano Ancilotto e Paola Tonini contestano a Galan di aver ricevuto tangenti per rilasciare autorizzazioni al Mose. Concretamente: uno "stipendio" di un milione dal Consorzio Venezia Nuova, all'epoca presieduto da Giovanni Mazzacurati, più una serie di favori, come il restauro della villa sui Colli Euganei. In cambio il politico, allora presidente del Veneto, avrebbe favorito i lavori del Mose, accelerando gli atti amministrativi di competenza della Regione assieme a Renato Chisso, ex assessore alle Infrastrutture (anche lui ha chiesto il patteggiamento). Le indagini avrebbero anche messo in evidenza conflitti di interesse a carico dell'ex governatore, come l'acquisto mascherato di quote di società che si occupano di infrastrutture (ufficialmente a nome del suo commercialista Paolo Venuti, che ha anche lui patteggiato giorni fa), più aiuti ad alcune imprese del Consorzio.
A incastrare Galan sarebbero state le testimonianze di Mazzacurati, dell'ex presidente dell'azienda Mantovani Piergiorgio Baita (uno dei grandi accusatori nell'inchiesta), la sua ex segretaria Claudia Minutillo. La Gdf ha inoltre messo in evidenza uno stile di vita al di sopra delle sue entrate.
I difensori Antonio Franchini e Niccolò Ghedini hanno fatto capire che la partita potrebbe proseguire con un ricorso in Cassazione. «Non siamo soddisfatti: il patteggiamento è stato fatto per motivi di salute e familiari. Inoltre sulla decadenza da parlamentare – ha rilevato Ghedini – il percorso sarà alla Camera quando la sentenza passerà in giudicato».
A scegliere la strada del processo è Marco Milanese, accusato di essere il "tramite" per i finanziamenti al Mose da parte del Cipe, in virtù dei suoi rapporti con l'ex ministro all'Economia Giulio Tremonti. L'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, accusato di finanziamenti illeciti nella campagna elettorale, si è invece visto respingere il patteggiamento e andrà verso il rito immediato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA VICENDA
Il carcere
L'ex governatore del Veneto e deputato di Fi Giancarlo Galan (foto), accusato di corruzione nell'inchiesta Mose, è uscito il 9 ottobre dal carcere di Opera dove era rimasto per 80 giorni, a seguito del via libera da parte della Camera al suo arresto
Il patteggiamento
Il gup di Venezia Giuliana Galasso ha accettato il patteggiamento fra i legali di Galan e la procura di Venezia: la pena è 2 anni e 10 mesi, oltre a una multa di 2,6 milioni di euro. Galan resterà ai domiciliari