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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2014 alle ore 21:57.

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Il funerale di una donna a Monrovia, Liberia (Ap)Il funerale di una donna a Monrovia, Liberia (Ap)

«L'Ebola rischia di soffocare la già fragile economia dei Paesi colpiti, in particolare per quella derivante dagli investimenti esteri», è l’allarme di Alfredo Cestari, presidente della Camera di Commercio ItalAfrica Centrale. «Le aziende occidentali presenti in Sierra Leone, Liberia, Guinea e Nigeria - continua - stanno subendo notevoli difficoltà nel mantenere, sui livelli pre-malattia, esportazioni e produzioni».

Ad espandersi, prima del virus, sono le conseguenze dell'allarmismo che esso produce: «La paura del contagio ha spinto la Costa d'Avorio, principale produttore di cacao, a chiudere le frontiere ai lavoratori provenienti dagli Stati limitrofi con immediata grave ripercussione sul prezzo della materia commercializzata alla base del cioccolato; il Marocco ha annullato la Coppa d'Africa - prosegue -, l'India un vertice internazionale già programmato, l'Australia ha avvisato che chiuderà le rotte aeree, molti Paesi stanno invitando i propri connazionali ad un veloce e repentino rientro e le aziende rischiano seriamente di chiudere». «È il momento di stare vicino all'Africa anche per non perdere occasioni di sviluppo economico: lo diremo chiaramente nella conferenza stampa convocata per il 3 novembre nella sede di ItalAfrica in Roma alla presenza degli ambasciatori dei Paesi colpiti: saranno illustrati procedure e controlli adottati da ogni singolo Stato - conclude - al fine di non scoraggiare le normali attività di scambio di merci e persone valutabili in circa 2 miliardi ogni anno. L'Italia, con l'imminente Expo, non può permettersi di chiudersi all'Africa».

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