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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2014 alle ore 08:11.
L'ultima modifica è del 18 ottobre 2014 alle ore 09:12.

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MILANO
Così come Berlusconi si era preso il merito di avere fatto entrare Mosca nella Nato, da ieri anche Matteo Renzi può andare fiero della sua "Pratica di Mare". All'ombra del vertice Asem di Milano si è infatti consumata una nuova fase (ancora tutta da verificare) della tregua per la crisi ucraina con un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Petro Poroshenko alla presenza, per la prima volta, dei rappresentanti dell'Ue, José Manuel Durao Barroso e Herman Van Rompuy. Negoziati che si sono intrecciati in vari formati tra la serata di giovedì e il pomeriggio di ieri, che hanno visto la cancelliera tedesca Angela Merkel in affannosa ricerca di un ruolo di leadership negato tuttavia dalla totale assenza di risultati della sua linea "dura" con Mosca.
Passi in avanti registrati anche a seguito dei «lunghi e articolati» incontri del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sia con Putin che Poroshenko. Nessun "commissariamento" di Renzi da parte del Quirinale ma i discreti "passi" di Napolitano hanno di fatto aperto una fase nuova nei negoziati e in silenzio sono stati riversati integralmente ai rappresentanti del Governo italiano (Renzi e Mogherini) che hanno poi avuto il compito di presiedere i vari incontri, prima quello in formato allargato (Putin, Poroshenko, Hollande, Merkel, Cameron, Renzi più le istituzioni europee) poi il bilaterale con Putin e gli incontri tecnici.
Resta il fatto fatto che dopo l'annessione della Crimea alla Russia, l'esclusione di Mosca dal G-7 e la decisione di applicare sanzioni, con ieri Putin è di fatto rientrato nella comunità internazionale, una presenza necessaria secondo Renzi per affrontare su scala globale temi che vanno alla lotta al terrorismo al clima. «Sulla crisi russo-ucraina - ha detto Renzi - il dialogo è ripartito da Milano e sta continuando». Per il presidente del Consiglio sono stati fatti «passi avanti molto importanti e ancora c'è molto da fare». Renzi ha spiegato la sua posizione: «Un'eventuale risoluzione della questione ucraina - ha aggiunto - sarebbe utile anzitutto al popolo ucraino, alla Russia, all'Europa, ma all'intera comunità internazionale, perché consentirebbe alla Russia di tornare a giocare un ruolo nelle numerose e preoccupanti questioni internazionali».
Nell'incontro con Putin Renzi ha affrontato anche questioni bilaterali. Quest'anno l'interscambio italiano, per effetto delle sanzioni, si è ridotto del 12%. Il nostro interesse è per un alleggerimento graduale delle sanzioni in linea con la piena attuazione degli accordi di Minsk ma senza apparire come l'anello debole della catena per quanto riguarda le sanzioni Ue. Il primo vero faccia a faccia tra Renzi e il presidente russo, dopo la cena di giovedì sera, è stato quello di ieri mattina, alle 8 in Prefettura (Putin aveva dormito poche ore perché reduce all'alba dalla casa di Berlusconi) durante l'incontro allargato con Germania, Francia, Regno Unito e istituzioni Ue. In quelle sede sono state divise le responsabilità tra i Paesi europei su monitoraggio dei confini, del processo di decentramento e ritiro delle truppe dai confini. È stato raggiunto, come confermerà poi lo stesso Putin, un accordo fra Italia, Francia, Germania sull'utilizzo di droni per monitorare la situazione al confine ucraino. Successivamente per il monitoraggio dei confini il ministro degli Esteri, Mogherini insieme al presidente di turno dell'Osce, Didier Burkhalter, si sono incontrati con i ministri degli Esteri ucraino, Pavlo Klimkin e russo Serghej Lavrov per definire la missione Osce di monitoraggio della linea del cessate il fuoco.
«Il monitoraggio - ha detto la responsabile della Farnesina - servirà a garantire il rispetto di uno dei punti fondamentali degli accordi di Minsk, su cui sia l'Ucraina sia la Russia si sono impegnati durante l'incontro di oggi». Secondo il ministro, è importante che a Milano si sia dato nuovo impulso al dialogo tra Putin e Poroshenko «anche se la strada ancora da compiere per una piena attuazione degli accordi resta complessa». Ma con l'inverno alle porte la questione principale resta l'emergenza energetica, con Putin intenzionato a non concedere più crediti a Kiev. Se ne parlerà il 21 ottobre del prossimo incontro a tre Russia, Ucraina, Unione europea.
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LE GIORNATE MILANESI DI PUTIN
I capi di stato e di governo arrivati a Milano per il vertice Asem erano 50, ma l'uomo chiave, quello attorno a cui ruotavano l'interesse generale e le prospettive di riuscita del summit, era senza dubbio il presidente russo, Vladimir Putin. E lui, come tutte le star che si rispettino, si è fatto attendere.

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