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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2014 alle ore 15:00.
L'ultima modifica è del 20 ottobre 2014 alle ore 11:44.

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(LaPresse)(LaPresse)

A quattro giorni dal varo della legge di stabilità a Palazzo Chigi, non c’è ancora un testo ufficiale. Ma il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha assicurato alla trasmissione “In mezz’ora”: «È pronta, vediamo gli ultimi dettagli in queste ore. Domattina sarà al Quirinale». Padoan ha stimato gli effetti sull’occupazione delle misure previste (l’addio alla componente Irap sul lavoro e ai contributi triennali per i neoassunti a tempo indeterminato): «Potrebbero essere 800mila posti di lavoro a partire dal 2015 per tre anni».

Appello agli imprenditori: ora create occupazione
Per gli sgravi sul lavoro, ha detto Padoan, «abbiano mobilitato 1,9 miliardi, ma se non saranno sufficienti significa che l’economia avrà ripreso» perché ci saranno nuove assunzioni, per le quali «ci saranno risorse aggiuntive». Ecco perché «non si esclude di destinare altre risorse». Certi che «se le cose andranno bene sarà una misura che si autofinanzierà». Il ministro ha lanciato un appello diretto alle imprese: «Il Paese è bloccato da due decenni. La responsabilità è di tutti, anche dei sindacati. Il Paese va sbloccato. Mi rivolgo agli imprenditori. Ci sono sgravi molto significativi, lo ha detto anche Squinzi. Adesso investite e create occupazione».

Tetto di 1.200 euro netti per lo sgravio contributivo triennale
Rispondendo a Lucia Annunziata che gli chiedeva se la soglia dello sgravio contributivo triennale per i neoassunti con contratto a tutele crescenti fosse pari a 1.200 euro netti, Padoan ha confermato: «Le risorse mobilitate sono relative a un tetto di usufrutto che equivale a quello che lei ha detto».

«Siamo in regola con l’Europa»
Padoan ha ribadito di non essere preoccupato dal verdetto di Bruxelles, che potrebbe bocciare la manovra per lo slittamento del pareggio di bilancio al 2017. «Pensiamo di essere assolutamente in regola», ha detto. «Siamo in contatto con la Commissione. Il 29 ottobre ci sarà il loro giudizio». Il ministro non ha voluto sbilanciarsi: «Stanno valutando i piani e vorrei evitare di dire cose ulteriori». Comunque, ha aggiunto, «Jykri Katainen (il commissario agli Affari economici, ndr) è una persona simpatica, un finlandese freddo e gentile». È noto che l’Italia fa appello alle “circostanze eccezionali” relative alla congiuntura economica per giustificare gli ulteriori margini di flessibilità, fermo restando il rispetto del 3% del rapporto deficit-Pil.

Dalla manovra «guadagnano i redditi bassi»
Per il ministro dell’Economia, a guadagnare dalla manovra saranno i redditi bassi, mentre «chi perde sono le persone che finora hanno lucrato sugli sprechi e gli evasori fiscali, che pagheranno mentre non hanno mai pagato». Padoan ha inoltre escluso di nuovo l’ipotesi di una manovra correttiva, anche nel caso di prospettive di crescita inferiori allo 0,6% nel 2015.

Avviso al Parlamento: la manovra deve restare compatta
Il titolare di Via XX Settembre non ha rinunciato a inviare un avvertimento alle Camere, segnalando come la legge di stabilità sia un puzzle fatto di tasselli che devono marciare insieme: «Il Parlamento vorrà dire la sua ed è sacrosanto. Ma la Finanziaria di quest’anno è molto compatta nelle sue componenti e nelle sue cifre globali e così deve rimanere. Altrimenti l’efficacia complessiva viene meno». Non solo. La manovra va letta nel quadro delle altre azioni del Governo: «È fortemente orientata alla crescita e si collega alle riforme strutturali, come il Jobs act, la riforma della giustizia civile e del fisco».

«Non stiamo svantaggiando i fondi pensione»
Quanto alla stretta sui fondi pensione, per i quali il conto del fisco salirà dall’11,5 al 20%, Padoan ha precisato: «L’adeguamento della tassazione sui fondi pensione è inferiore ad altre categorie. Si collega a una filosofia di adeguare il trattamento ai valori medi europei. Non stiamo svantaggiando i fondi pensione».

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