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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2014 alle ore 11:49.
L'ultima modifica è del 21 ottobre 2014 alle ore 12:53.

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Avana, ospedale da campo allestito per scopi di addestramento per la loro missione Ebola (Reuters)Avana, ospedale da campo allestito per scopi di addestramento per la loro missione Ebola (Reuters)

A fianco di Cuba e contro gli Stati Uniti. Non è un organo di stampa di un Paese sudamericano sodale con la Castrocrazia, bensì il New York Times che in un editoriale condanna duramente la politica sanitaria adottata da Washington, in merito alla lotta contro il virus Ebola che in Africa occidentale ha provocato 4500 morti.
Il presidente Raul Castro invierà oggi due nuovi contingenti di medici cubani in Liberia e in Guinea. Ma molti medici sono già presenti in Sierra Leone.

Il New York Times (Nyt) scrive che « L'Avana si è infatti impegnata a inviare centinaia di professionisti medici in Africa occidentale. Pur essendo un Paese impoverito sta giocando il ruolo più importante tra le nazioni che cercano di contenere il virus ».
Il Nyt riconosce il fatto che l'impegno di Cuba sia legato, almeno in parte, al desiderio di migliorare il suo profilo internazionale ma nonostante ciò «dovrebbe essere lodata ed emulata». Anche perché Stati Uniti e altri Paesi ricchi sono stati felici di offrire finanziamenti ma «solo Cuba e poche organizzazioni non governative stanno offrendo ciò che è più necessario: medici sul campo. Per questo è una vergogna che Washington - il donatore numero uno nella lotta contro l'Ebola - sia diplomaticamente distaccato dall'Avana, che contribuisce nel modo più coraggioso».

Insomma un attacco diretto ed esplicito. Ma soprattutto un invito all'Amministrazione Obama a ristabilire relazioni diplomatiche con Cuba perché i lati positivi sono più di quelli negativi. L'incomunicabilità tra i due Paesi ha «conseguenze sulla vita e sulla morte» dato che «funzionari americani e cubani non hanno gli strumenti per coordinare gli sforzi globali di alto livello». E l'embargo degli Stati Uniti a scapito di Cuba frena gli sforzi di aiuti in emergenze sanitarie all'estero rendendo faticoso l'approvvigionamento di attrezzature moderne e di medicinali.

Infine il Nyt ricorda che i danni dell'embargo sono crescenti e un ipotetico sbarco di Ebola a Cuba potrebbe provocare rischi dannosi e aumentare le probabilità di una diffusione nell'emisfero occidentale.
Insomma l'embargo contro Cuba, sempre più anacronistico, continua a provocare danni economici. Persino agli Stati Uniti.

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