Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2014 alle ore 06:37.

My24


ROMA
Arriva con la legge di stabilità un altro miliardo di euro di riprogrammazione dei fondi europei 2007-2013, utilizzando risorse non utilizzate del Piano azione coesione (che già aveva la funzione di riprogrammare risorse non spese) e del Fondo sviluppo coesione (Fsc). L'obiettivo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, che ha la delega per i fondi Ue e i fondi nazionali collegati, è di evitare la perdita di risorse europee per i ritardi di spesa delle amministrazioni titolari dei progetti. Per il ciclo 2007-2013 la tagliola contabile scatterà il 31 dicembre 2015 e all'Italia mancano da spendere ancora poco meno di 20 miliardi.
Battaglia in legge di stabilità anche per la gestione del Fsc, l'ex Fas (Fondo aree sottoutilizzate), che vale 54 miliardi fino al 2020 e finora è rimasto sotto lo stretto controllo del ministero dell'Economia e della Ragioneria: è il Mef, al di là della teorica programmazione di lungo periodo, a definire i flussi di cassa con una pianificazione che spesso è di breve e brevissimo periodo, anche per far fronte a urgenze di varia natura. È così da quando l'attuale Fsc si chiamava appunto Fas e veniva impiegato dal Mef per le voci di spesa più svariate, come un bancomat per le emergenze, spesso in nessun rapporto con la doppia missione ufficiale dello sviluppo degli investimenti e della riduzione del gap fra Sud e Centro-Nord.
Ci aveva provato l'ex ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, a sfilare il Fsc al Mef e ci era quasi riuscito, almeno sulla carta: nella legge di stabilità 2014 erano previsti una priorità per destinare le risorse al finanziamento delle infrastrutture e un piano condiviso nel governo per la programmazione dell'80% delle risorse del Fsc, lasciando al Mef solo il 20% del fondo per coprire le esigenze più diverse. Peccato che quel programma di utilizzo delle risorse Fsc non sia mai arrivato al Cipe che avrebbe dovuto approvarlo entro lo scorso marzo. Scomparso, dissolto nel nulla.
Anche Delrio si è subito accorto che la cassaforte del Fsc è di fondamentale importanza per la programmazione strategica: già nella seduta del 30 giugno, il Cipe ha revocato 1,34 miliardi a programmi con fondi Fsc in ritardo di attuazione, riassegnadoli in gran parte all'edilizia scolastica (510 milioni per opere immediatamente cantierabili).
Con la legge di stabilità che oggi arriva al Quirinale, Delrio ha provato nuovamente a spostare il baricentro della programmazione del Fsc dal Mef a Palazzo Chigi e ha proposto un pacchetto di misure utili a questo scopo.
Ma il parere della Ragioneria è stato un altolà secco: il trasferimento dei fondi comporterebbe deroghe alle regole di contabilità generale dello Stato con difficoltà di controllo delle procedure di spesa e degli effetti sui saldi di spesa. L'ultima battaglia sul testo finale della legge di stabilità, prima di prendere la via del Quirinale, è probabilmente questa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL FSC
Fondo sviluppo coesione
È un fondo che si affianca ai fondi strutturali Ue e ai relativi cofinanziamenti nazionali nella programmazione strategica per la coesione territoriale e sociale.
La stabilità 2014
La legge di stabilità 2014 quantificava in 54 miliardi l'entità del Fsc rinviando la sua pianificazione a un piano proposto dal ministro per la coesione territoriale e approvato dal Cipe entro marzo 2015. Il piano non è mai arrivato al Cipe
Il Fas
Già da quando il Fsc era Fas (Fondo aree sottoutilizzate) a definire le reali risorse concrete di cassa era il Mef. Il trasferimento della competenza non è mai riuscito

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi