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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2014 alle ore 13:23.
L'ultima modifica è del 23 ottobre 2014 alle ore 17:01.
Continua a migliorare il mercato del lavoro in Spagna: sulla spinta del turismo e con il risveglio del settore costruzioni la disoccupazione è scesa al 23,67%, il minimo dal 2011 . E continua a rafforzarsi nel terzo trimestre anche la ripresa dell’economia del Paese iberico con il Pil in aumento dello o,5% nonostante il rallentamento dell’attività che sta coinvolgendo l’intera Eurozona.
Il costante recupero del mercato del lavoro
In Spagna il tasso di disoccupazione tra luglio e settembre è calato al 23,67% rispetto al 24,5% del precedente periodo, scendendo sotto la soglia del 24% per la prima volta dalla fine del 2011, quando il governo di Mariano Rajoy si insediò alla Moncloa.
Quella passata è stata per il lavoro la migliore estate dall’inizio della crisi con un incremento di 151mila occupati: 108.800 nei servizi, soprattutto nel turismo, 43500 nelle costruzioni, 71.800 nell’industria, mentre è negativo il contributo dell’agricoltura con 73.100 dipendenti in meno.
In diminuzione di 44.200 persone anche la popolazione attiva sul mercato del lavoro che in tutto è composta da 22,931 milioni di spagnoli. Sono usciti 51.100 lavoratori stranieri mentre gli spagnoli sono cresciuti di 6.900: come effetto dei flussi migratori netti negativi per il Paese e della concessione di nazionalità a immigrati presenti sul territorio nazionale.
I dati dell’Istituto nazionale di statistica indicano che le persone senza lavoro sono 195.200 in meno rispetto al trimestre precedente: balzo senza precedenti nella serie storica che riguarda il terzo trimestre. Nell’ultimo anno le statistiche registrano il recupero di 515.700 disoccupati che tuttavia riguardano per 274mila persone una vera creazione di occupazione mentre per i rimanente 241.700 casi segnalano una riduzione del numero di persone disposte a trovare un lavoro.
Il tasso di disoccupazione è in costante calo dall’inizio dell’anno, dopo aver toccato i massimi di sempre con il 26,94% all’inizio del 2013.
I maggiori miglioramenti riguardano le regioni di Madrid, Valencia e la Catalogna. Mentre è sempre l’Andalusia con il 35,21% ad avere il tasso di disoccupazione più alto.
Aumenta di 370.700 persone l’occupazione a tempo completo mentre diminuisce di 219.700 persone il lavoro part-time che così cala a una quota del 14,99% sul totale.
I disoccupati in Spagna restano comunque 5,428 milioni e l’emergenza sociale legata al lavoro non è certo superata. Sono 1,789 milioni le famiglie spagnole nelle quali nessun componente ha un impiego. E solo la Grecia nell’Eurozona ha un tasso di disoccupazione superiore a quello spagnolo.
La ripresa non si ferma nonostante l’Eurozona
Secondo la Banca di Spagna guidata da Luis Maria Linde, l’economia spagnola, la quarta per dimensioni all’interno dell’Eurozona, è cresciuta dello 0,5% nel terzo trimestre rispetto al periodo precedente. Con un leggero rallentamento sul secondo trimestre chiuso al +0,6 per cento. Su base annua l’incremento tra luglio e settembre è stato dell’1,16 per cento.
«L’economia spagnola ha continuato nel percorso di ripresa che aveva iniziato l’anno passato, supportata dalla progressiva normalizzazione delle condizioni di finanziamento, con il mantenimento di livelli di fiducia relativamente robusti (nonostante alcuni sviluppi avversi provenienti dall’estero) e l’evoluzione favorevole del mercato del lavoro», spiega la Banca centrale illustrando le prime stime di crescita sul terzo trimestre.
Uscita dalla lunga recessione a metà dello scorso anno, la Spagna è in ripresa da cinque trimestri consecutivi. Con molta cautela, soprattutto guardando alle difficoltà dei grandi Paesi dell’Eurozona, la Banca di Spagna conferma «una crescita dell’economia spagnola dell’1,3% nell’intero 2014» e prevede «un aumento del Pil del 2% per l’anno prossimo».
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