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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2014 alle ore 13:12.
L'ultima modifica è del 23 ottobre 2014 alle ore 13:38.

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BRUXELLES – E’ una lettera dal tono formale quella che il commissario agli affari economici Jyrki Katainen ha inviato ieri sera al ministro dell'Economia italiano Pier Carlo Padoan. Nei fatti, tuttavia, non è (ancora?) una bocciatura del bilancio previsionale italiano. La missiva è stata inviata per rispettare pienamente le regole europee e per tenere sotto pressione il governo Renzi in un negoziato tutt'altro che terminato: entro fine mese, la Commissione deve decidere se bocciare o meno la Finanziaria.

Nella lettera, resa pubblica questa mattina dal governo Renzi, si legge che il bilancio previsionale è «in violazione (…) del Patto di Stabilità e di Crescita» perché rinvia il pareggio di bilancio dal 2015 al 2017 e perché porta a «un rallentamento del ritmo di riduzione del debito pubblico». La Finanziaria italiana prevede per il 2015 un aggiustamento strutturale dello 0,1% del prodotto interno lordo, rispetto a un obiettivo europeo di almeno lo 0,5% del Pil.

In questo contesto, Katainen chiede a Padoan come intenda assicurare «il pieno rispetto» degli obblighi di bilancio del paese, dando tempo al governo fino a domani, venerdì 24 ottobre, per rispondere. Il tono è formale, ma il commissario precisa di volere continuare «un dialogo costruttivo» con Roma. Soprattutto non dice quale dovrebbe essere l'aggiustamento italiano nel 2015: «Si lascia la possibilità all'Italia di fare una offerta migliore», spiega un funzionario comunitario.

Ancora stamani, il portavoce di Katainen, Simon O'Connor, ha spiegato che «la lettera non pregiudica» l'analisi della Commissione, che ha fino alla fine del mese per eventualmente bocciare la Finanziaria. «La procedura prosegue, non è conclusa». Nel negoziato, sia Bruxelles che Roma vogliono difendere la loro immagine. La Commissione teme di mettere a rischio la credibilità delle regole europee, e ha quindi scelto di seguire la procedura per filo e per segno, chiedendo nei fatti sforzi maggiori.

Sul fronte opposto, il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha fatto della revisione delle regole di bilancio un suo cavallo di battaglia in una scena politica italiana segnata da malumori euroscettici. Non vuole perdere la faccia nel negoziato con Bruxelles. «La posizione peggiore è quella di Padoan che deve trovare una mediazione tra i due», spiegava nei giorni scorsi un alto responsabile europeo. L'esito della trattativa rimane drammaticamente incerto.

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