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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2014 alle ore 06:40.

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NEW YORK.
Un gruppo armato, composto da «forse tre persone», ha messo a ferro a fuoco il cuore della capitale del Canada e seminato il panico tra le sue istituzioni politiche. Gli attentatori, alle dieci del mattino di Ottawa, hanno attaccato il National War Memorial, il monumento dedicato alle truppe che hanno servito all'estero. Uno di loro è poi penetrato nel vicino Parlamento, continuando a sparare dentro il palazzo della Camera dei deputati. Mentre altre raffiche sono partite in un adiacente centro commerciale, il Rideau Centre Mall.
L'apparente coordinamento dell'attacco senza precedenti ha evocato lo spettro del terrorismo, anche se per il momento, a crisi ancora aperta, non sono arrivate indicazioni da parte delle autorità. Secondo le prime informazioni almeno un soldato a guardia del War Memorial, l'italocanadese Nathan Cirillo di 24 anni, è rimasto ucciso assieme a uno degli assalitori, quello visto entrare in Parlamento, che, secondo fonti Usa, sarebbe un canadese convertito all'Islam, Michael Zehaf-Bibeau, di 32 anni. L'Ospedale di Ottawa in serata aveva ricevuto tre feriti. Non è chiaro se i restanti attentatori siano tuttora nell'area o abbiano tentato la fuga. Le forze dell'ordine hanno presidiato e setacciato le strade della capitale per l'intera giornata, dando vita a una intensa e proccupata caccia a «molteplici sospetti».
Il Parlamento - dove erano in corso affollate riunioni alle quali partecipava lo stesso premier Stephen Harper subito evacuato - è stato occupato dalle forze dell'ordine, locali e nazionali. Gli agenti si sono precipitati sul luogo riunendo inizialmente in sale nei sottarranei i politici, per portarli in seguito gradualmente in salvo. Fuori sono giunti autobus trasformati in pronto soccorso per trattare possibili vittime.
L'intera zona, chiamata Parliament Hill, è stata chiusa: la Royal Canadian Mounted Police, la polizia federale, ha chiesto a tutti nel centro della capitale di stare lontani da tetti e finestre. E ha collocato tiratori scelti sugli edifici nei pressi del Parlamento. L'ambasciata degli Stati Uniti, per precauzione, ha a sua volta dichiarato senza indugi un completo "lockdown", bloccando gli ingressi. Ovunque nel Paese, inoltre, le misure di sicurezza a protezione di edifici pubblici e di centri nevralgici sono state rafforzate. Il governatore della Banca centrale canadese Steven Poloz, che aveva in programma una conferenza stampa trimestrale, ha cancellato l'appuntamento. E gli uffici del Primo Ministro Harper ieri erano difesi da agenti armati di tutto punto.
La paura del terrorismo islamico, anzitutto nella forma sempre più minacciosa di estremisti locali, è stata resa credibile da un attacco avvenuto soltanto lunedì scorso in Canada: in un sobborgo di Montreal, Saint-Jean-sur-Richelieu, un giovane canadese radicalizzato e indagato per sospetti legami con la Jihad, identificato in seguito come Martin Rouleau, ha orchestrato un'imboscata per investire due soldati - uccidendo un veterano di 53 anni - prima di essere ammazzato al termine di un inseguimento in auto. Erano stati gli stessi genitori di Rouleau ad avvertire le autorità dell'estremismo del figlio. L'incidente aveva già fatto scattare uno stato di allerta contro il rischio di attentati. La dinamica dell'attacco nel centro di Ottawa è affiorata nel corso delle ore attraverso frammentarie testimonianze, a volte d'eccezione. Il ministro del Lavoro dello stato di Alberta Ric McIver, che era all'esterno del Parlamento, ha raccontato di aver udito numerosi spari e osservato un uomo sui quarant'anni, fucile alla mano, scendere velocemente da una Toyota appena parcheggiata per correre verso il palazzo di Camera e Senato.
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