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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2014 alle ore 15:58.
L'ultima modifica è del 24 ottobre 2014 alle ore 16:47.

Benvenuti a San Fransokyo: dal 18 dicembre sugli schermi italiani sarà proiettato il nuovo film di animazione della Disney, Big Hero 6 - che promette di replicare il successo di Frozen/Il regno di ghiaccio - ambientato in una città futuristica frutto della combinazione tra San Francisco e di Tokyo.
Il film ha debuttato in anteprima mondiale ieri sera come titolo di apertura del Tokyo International Film Festival: una scelta azzeccata, visto che il film della Disney esalta un intenso sincretismo culturale nippo-americano e testimonia la sempre maggiore influenza della lezione estetica delle “anime” giapponesi sull'immaginario globale. Del resto alla serata di gala a Roppongi Hills i due registi Don Hall e Chris Williams e il produttore esecutivo John Lasseter si sono prodigati in alti elogi del “made in Japan” culturale, al pari del presidente della giuria del festival James Gunn, reduce dai successi dei suoi Guardiani delle Galassie.
«Tokyo è un posto speciale ed è stata una grande fonte di ispirazione per questo film, nel quale abbiamo messo l'anima», ha detto Lasseter, che ovviamente spera in un successo natalizio globale. E' la storia di un ragazzino-inventore di origini giapponesi, Hiro, in lotta contro il male con l'aiuto di alcuni amici e soprattutto di Baymax, un robot gonfiabile, cicciottello e molto premuroso (vagamente simile all'omino Michelin, così come la storia si richiama blandamente a un fumetto Marvel). Il premier giapponese Shinzo Abe ha potuto dimenticare per un po' scandali politici e difficoltà economiche, circolando sul tappeto rosso tra Ultraman, la madrina Miki Nakatani e i ragazzi della Arashi, band del J-Pop. Abe ha colto l'occasione per elogiare le conquiste e le possibilità ulteriori del “Cool Japan”.
Le anime del tiff – La 27esima edizione del Tokyo International Film Festival assegna il posto d'onore alle fantasie dell'animazione. Su questo terreno resta imbattibile, mentre come principale rassegna cinematografica dell'Asia si è probabilmente fatto superare da Busan. IMperdibile per gli appassionati è, a margine del festival, la proiezione di una ampia retrospettiva (quasi l'opera omnia) di Hideaki Anno - leggenda del mondo delle anime e ideatore della serie Evangelion - che ad alcuni appare il naturale successore del maestro Hayao Miyazaki ormai appartatosi. Il Festival terminerà con la proiezione del nuovo film di Takashi Yamazaki, basato su una fortunata serie di manga di Hitoshi Iwaaki: “Parasyte”, la storia di un ragazzo che scopre nella sua mano una sorta di parassita senziente e si deve avventurare in un mondo umano invaso da agenti alieni. Gli otaku apprezzeranno, nella sezione Special screening, “Garm Wars: The Last Druid” di Mamoru Oshii, mentre c'è attesa anche per i cortometraggi con Pikmin (ibrido di animale e vegetale) creati da Shigeru Miyamoto, re dei videogiochi Nintendo come Super Mario Bros e La leggenda di Zelda. Altri eventi collaterali riguardano filmografia coreana, cinese e ispanica, mentre un evento speciale andrà in scena nella serata che porterà “Le Luci della Città” di Charlie Chaplin al Kabukiza, il teatro di Tokyo che il maestro del cinema visito' negli anni '30 (una performance dell'attore kabuki Ichikawa Somegoro precederà la proiezione).
Sono 15 i film del concorso principale, di cui uno solo giapponese, selezionati tra 1.300 candidati di 91 Paesi. Tra di essi, “La Foresta di Ghiaccio” di Claudio Noce. In “World Focus” arriva dal Festival di Venezia “Hungry Hearts “ di Saverio Costanzo, in compagnia di “Misunderstood” (Incompresa) di Asia Argento.
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