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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2014 alle ore 12:15.
L'ultima modifica è del 24 ottobre 2014 alle ore 15:38.

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(Afp)(Afp)

LONDRA - Una tassa sulla ricchezza o una gabella sul merito. Comunque la si voglia leggere la richiesta che la Commissione ha mosso a Londra pretendendo 2,1 miliardi di euro entro il primo dicembre, ovvero un quinto del contributo annuale del Regno Unito al budget comunitario, è una bomba nelle relazioni anglo-europee. Che esplode, oltretutto nelle stesse ore in cui la Gran Bretagna si dimostra una volta di più la più dinamica economica dell’Unione Europea con una crescita nel terzo trimestre dello 0,7 per cento.

C'è chi obietta si tratti di un arretramento dallo 0,9 dei tre mesi precedenti, ma siamo fra cultori della perfezione se i numeri sono misurati con quelli dei partners. Un rallentamento, soprattutto nei servizi, c'è e dipende anche dal rischio geopolitico globale e da quello più specificamente nazionale. Ci riferiamo alla diversa attitudine degli investitori che vedono segni di crescente instabilità nell'assetto del Regno. Il motivo va ricercato soprattutto nella crescita dell'eurofobo Ukip con l'avvicinarsi delle votazioni di primavera e quindi dell'incertezza che ammanta le relazioni di Londra verso l'Europa.

Per questo la mossa della Commissione arriva nel momento più sbagliato. Bruxelles interpretando le regole comunitarie ha chiesto a Londra ( e all'Aja) di pagare un contributo una tantum al bilancio di 2,1 miliardi di euro in quanto la performance economica dal 1995 da oggi è stata oltre le aspettative. In altre parole la Gran Bretagna ha fatto così bene che deve partecipare di più alle spese comuni. Si tratta, evidentemente, della automatic applicazione di norme Ue, ma la tempistica è devastante per gli equilibri del Regno. Mentre Downing street precisa che “non è accettabile cambiare le cifre relative ad anni precedenti e pretendere di incassarle in pochi giorni”, David Cameron studia una linea comune con il premier olandese Mark Rutte per aggirare la richiesta Ue e chiede un vertice d’urgenza dei ministri delle Finanze per discutere del bilancio Ue. Il premier ha interrotto a Bruxelles una riunione coi leader Ue e definito la richiesta «inaccettabile». Ma è stato ancora una volta Nigel Farage, leader dell'Ukip a cogliere il senso politico della vicenda con poche ma sentite parole. “La strategia di David Cameron in Europa è fallimentare”.

David Cameron ha chiesto ai ministri della Finanze europei una riunione d'urgenza per discutere del bilancio Ue dopo che è stato detto a Londra di pagare un contributo extra da 2,1 miliardi di euro. Ne dà notizia la Bbc secondo cui

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