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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2014 alle ore 13:22.

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Zbigniew Brzezinski con sua moglie (Olycom)Zbigniew Brzezinski con sua moglie (Olycom)

E' ancora possibile una guerra? Cioè uno scontro fra Russia e Nato?
Se viene rotta la tregua, penso ci sia la possibilità di uno scontro. Per renderlo improbabile la Nato dovrebbe chiarire che in caso di fallimento della trattativa fornirà all'Ucraina armamenti difensivi affinché un'escalation di Putin sia poco produttiva e molto costosa.

Vladimir Putin è ancora un partner credibile?
Sfortunatamente no. E questo vale anche per molti dei suoi associati che d'improvviso sono diventati estremamente ricchi, mentre la popolazione russa nel suo complesso vive ancora in una condizione di ritardo.

I russi dicono che le sanzioni non sono economiche ma politiche, uno strumento per abbattere Putin.
Non credo che il cambio di regime sia un obiettivo, non ci sono le prove. Non siamo così illusi da credere che le sanzioni spingeranno Putin a dimettersi. La speranza è che lo scoraggino da altre prove di forza poiché il suo uso unilaterale provocherà conseguenze indesiderabili per la Russia.

Gli scambi commerciali americani con la Russia valgono 27 miliardi di dollari, quelli dell'Unione Europea 440. Cosa ne pensa del comportamento europeo in questa crisi?
Penso che con la leadership di Angela Merkel, così fermamente espressa, e con l'appoggio degli altri europei, si sia ridotto il gap fra Stati Uniti e UE sulla scala e la direzione delle sanzioni. La prova migliore di ciò che dico è la crescente ansietà in Russia sulle prospettive economiche del Paese.

Siamo concorrenti in Ucraina ma ancora partner altrove: guerra al terrore, Isis, Palestina, negoziato con l'Iran e proliferazione nucleare nel mondo, Nord Corea. Nemici e alleati.
A dispetto delle divisioni e delle tensioni in Europa, sono assolutamente favorevole alla possibilità che in altre parti del mondo possano essere alimentate alcune forme di cooperazione russo-americana. Se il fanatismo religioso si diffonde in Medio Oriente, i russi ne sono vittime potenziali. Hanno una vasta popolazione islamica che può essere attratta dagli appelli radicali, dato specialmente il trattamento che i musulmani hanno subito dal potere di Putin. Per questo non dovremmo generalizzare ma cercare di tenere separate le nostre differenze. Per questo suggerisco che un compromesso sull'Ucraina non debba prevedere l'ingresso dell'Ucraina nella Nato. Ho ripetutamente sollecitato un'imitazione intelligente del compromesso che ha dimostrato di essere valido fra Russia e Finlandia (i finlandesi non sono membri dell'Alleanza Atlantica, n.d.r.).

Nei suoi due ultimi anni di presidenza cosa dovrebbe fare Barack Obama?
Ci sono molti problemi. Ma penso che il caos mediorientale sia il più ovvio. Le sfide non riguardano solo l'uso radicale della forza da parte degli estremisti settari. Riguardano anche il bisogno di un accomodamento con l'Iran, di un atteggiamento fermo a favore di un accordo fra Israele e palestinesi. Questi, come qualsiasi altro risultato positivo, non saranno raggiunti se l'America non è chiaramente assertiva a livello presidenziale.

Gli Stati Uniti sono ancora la “Nazione indispensabile”?
Provi solo a immaginare come sarebbero alcune delle questioni che abbiamo toccato in questa intervista, se l'America fosse diventata “dispensabile”.

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