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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2014 alle ore 17:08.
L'ultima modifica è del 26 ottobre 2014 alle ore 17:00.

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Sette dirigenti della Hypo-Alpe-Adria Bank sono stati indagati dalla Guardia di Finanza di Udine con l'accusa di avere truffato i clienti per 88 milioni di euro. Le indagini, disposte dalla procura della Repubblica, sono state avviate a seguito di alcuni esposti presentati dopo un'inchiesta trasmessa da Striscia la Notizia di Canale 5 . Gli accertamenti hanno permesso di individuare precise responsabilità penali a carico del gruppo di dirigenti dell'istituto che, a partire dal 1997, avevano realizzato una manipolazione del software in uso alla banca per la fatturazione dei leasing, per incassare interessi superiori rispetto a quelli addebitabili da contratto.

Software truccati per lucrare sull’Euribor legato ai leasing
I “fattori correttivi” utilizzati, applicati a partire dal 2004 a oltre 54mila contratti, hanno consentito alla banca di incamerare illecitamente oltre 72 milioni di euro relativi ai leasing gestiti direttamente dall'istituto, nonché di 15 milioni di euro relativi ai contratti gestiti da Hypo Leasing SpA. Tecnicamente, il principale correttivo riguardava il tasso di indicizzazione legato all'Euribor. In caso di aumento del tasso la banca addebitava al cliente una somma pari al 150% di quella dovuta mentre, in caso di riduzione del tasso, ai clienti era accreditato solo il 50% di quanto spettante.

L’accusa: ostacolo delle autorità di vigilanza
Al termine delle indagini, le Fiamme Gialle hanno segnalato alla procura l'associazione per delinquere di sette dirigenti della banca, che operavano in sinergia per nascondere la frode in corso durante le verifiche periodiche previste in ambito bancario, civilistico e fiscale. Per loro l'accusa è di “ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza” previsto dall'articolo 2638 del Codice civile, per aver esposto fatti non rispondenti al vero sulla situazione patrimoniale della società nelle comunicazioni periodiche a Banca d'Italia con riguardo alla classificazione e valutazione dei crediti. Anche l'istituto di credito è indagato per la violazione del Dlgs 231/2001 (Responsabilità amministrativa da reato) in relazione agli illeciti commessi nel suo interesse e a suo vantaggio dai sette dirigenti sotto indagine.

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