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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2014 alle ore 10:15.
L'ultima modifica è del 27 ottobre 2014 alle ore 15:06.

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Scende ad ottobre l'indice Ifo in Germania. Il “termometro” che misura la fiducia degli imprenditori tedeschi si è attestato a 103,2, in flessione dal 104,7 registrato a settembre. Il dato, il peggiore dal dicembre 2012, è inferiore alle attese del mercato, che stimavano una lieve flessione a 104,6. In calo anche l'indicatore che misura le attese, che si attesta a 98,3 dal precedente 99,3 e quello sulla situazione corrente, che scende a 108,4 dal 110,5 segnato nel mese di settembre.

Si tratta del sesto calo consecutivo per l’Ifo, l’indice costruito attraverso un sondaggio tra 7mila imprese tedesche e dunque ritenuto un indicatore molto affidabile. L’economia tedesca, dopo un avvio d’anno molto positivo, si è contratta nel secondo trimestre e secondo le ultime stime crescerà a un passo molto lento anche nella seconda parte dell’anno. Gli ultimi dati relativi a ordini industriali, produzione ed export segnalano all’unisono una forte frenata del Pil.

Un sondaggio Bloomberg realizzato il 9 ottobre segnala una crescita del Pil tedesco dello 0,3% nel terzo trimestre. L’Istituto federale di statistica diffonderà il dato il 14 novembre.

Il problema dell’economia tedesca è la sua dipendenza dai mercati internazionali, che accentua in un senso e nell’altro le variazioni del Pil. In questa fase, tra sanzioni alla Russia, instabilità in Medio Oriente e frenata in Cina e Brasile, i mercati di sbocco per il made in Germany sono in difficoltà. Per questo da molte parti, a partire da Fmi e Ocse, sono giunte richieste al Governo tedesco di maggiori spese per investimenti per rilandiare la domanda interna in Germania. Finora Angela Merkel ha risposto picche ma c’è un dibattito all’interno della Grande coalizione, con alcuni esponenti del partito socialdemocratico che chiedono un piano di stimoli pubblici.

Il sondaggio Ifo di ottobre

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