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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2014 alle ore 06:39.
NEW YORK
Scatta la quarantena per i soldati americani inviati da Barack Obama in Africa per combattere l'ebola e che rientrano ora nelle basi in Italia. Undici militari, guidatati dal generale Darryll Williams finora comandante dell'esercito americano nel continente, al loro arrivo nella base Usa di Vicenza dalla Liberia sono stati accolti da carabinieri in tute protettive e dall'ordine di rimanere in isolamento per i 21 giorni di potenziale incubazione del virus. Sono i primi a completare il turno di 30 giorni di servizio nella regione e l'esercito ha annunciato che i ranghi dei "sorvegliati speciali" aumenteranno, con le medesime procedure applicate a tutti i soldati di rientro dall'Africa Occidentale.
Il Pentagono ha definito la misura come precauzionale - nessuno mostra sintomi - e ha rifiutato di usare il termine quarantena, preferendo "monitoraggio rafforzato". I soldati sono adesso confinati in un edificio, senza contatti con i familiari o con il pubblico ma con accesso a mensa e attività ricreative.
Le basi militari interessate, in Italia, sarebbero sia quella di Vicenza che di Aviano. Nel nostro Paese e non solo dovrebbero arrivare in tutto nelle prossime settimane centinaia di soldati del contingente dispiegato da Obama in Africa Occidentale, 600 solo in Liberia. Altri trenta, secondo fonti statunitensi, erano già attesi a Vicenza entro la notte di ieri.
Il Segretario alla Difesa americano Chuck Hagel, inoltre, sta ancora esaminando l'esatta applicazione delle procedure precauzionali, se ricorrervi o meno incondizionatamente per i militari di ogni arma, non solo dell'esercito impegnato sul terreno, al rimpatrio dall'area dell'epidemia. E sta mettendo a punto piani per l'evacuazione di chi mostrasse sintomi della malattia. A Monrovia gli americani apriranno da inizio novembre una clinica con 25 posti letto dedicata a curare sul posto il personale, anzitutto medico e infermieristico, che si ammalasse e hanno già inaugurato laboratori per gli esami.
Con l'epidemia che stando all'Organizzazione Mondiale della Sanità ha ormai contagiato oltre diecimila persone uccidendone quasi cinquemila, concentrate in Liberia, Guinea e Sierra Leone, la preoccupazione rimane alta negli stessi Stati Uniti. A New York un bambino di cinque anni, di recente giunto dalla Guinea, è stato sottoposto a test dopo aver sviluppato sintomi sospetti. Il bambino è stato trasportato al Bellevue Hospital, il centro specializzato che ha in isolamento il medico Craig Spencer, diventato il "paziente zero" di Manhattan dopo aver contratto l'ebola durante la sua attività con Medici senza Frontiere in Liberia. Spencer è in condizioni serie ma stabili.
Le polemiche su salute pubblica e diritti individuali, rischi tollerabili e sicurezza, intanto infuriano. La battaglia è scoppiata sulla quarantena obbligatoria imposta da stati quali New York e New Jersey per coloro, in particolare il personale sanitario, venuti a contatto con il virus in Africa occidentale. L'amministrazione Obama preme perchè ritirino il provvedimento, ritenuto eccessivo. Le autorità sanitarie raccomandano il monitoraggio ma non una drastica quarantena: in serata il Center for Disease Control and Prevention ha rilasciato nuove linee guida che bocciano l'isolamento forzato a favore di uno volontario e controllato. Il governatore dello Stato di New York, il democratico Andrew Cuomo, ha accettato di ammorbidire i criteri della quarantena, trasformata in isolamento in casa con verifiche quotidiane delle autorità. Il repubblicano Chris Christie ha invece mantenuto la sua decisione. Un'infermiera, Kaci Hickox, fermata e isolata in una tenda all'aeroporto di Newark al ritorno dall'Africa Occidentale, è stata ieri autorizzata a tornare a casa nel Maine dopo test negativi. Ma un numero crescente di stati sta sposando misure restrittive: nelle ultime ore è stata la volta della Virginia e del Maryland. La quarantena è prescritta per chi fosse venuto a contatto con fluidi contagiosi senza adeguata protezione. Il Maryland ha però anche proibito a medici e infermieri di ritorno, per il periodo di incubazione, di usare il trasporto pubblico, partecipare a eventi affollati e intraprendere lunghi viaggi senza l'approvazione delle autorità.
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LA STRATEGIA CONTRO IL VIRUS
Il bilancio
Ha superato quota diecimila in otto mesi il numero di casi di ebola, una cifra molto superiore alle poche centinaia delle epidemie precedenti. Secondo l'Oms i morti accertati sono al momento 4.922
Le contromisure
Con la diffusione del virus, aumentano le misure preventive: alla quarantena imposta dai governatori di New York, New Jersey e Illinois agli operatori sanitari di rientro dai paesi colpiti si è aggiunta quella per i militari