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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2014 alle ore 14:04.

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TOKYO – Nel calcio e nell'economia, senza dubbio siamo in declino. Ma c'è un settore dove continuiamo a primeggiare nel mondo: il Cosplay (parola ibrida tra “costume” e “play”) , ossia l'arte di interpretare un personaggio – per lo più di fumetti e fiabe ed in particolate di manga e anime giapponesi -, indossandone il costume. Un fenomeno che dal Giappone si è diffuso in tutto il mondo e ha trovato in Italia schiere di appassionati insospettabilmente ampie e motivate.

Oggi siamo vicecampioni del mondo, mentre l'anno scorso eravamo al top (cosi' come nel 2010 e anche in precedenza): ogni anno si tiene a Nagoya il campionato mondiale di cosplay (World Cosplay Summit) , dove una giuria giapponese assegna il riconoscimento a una coppia di cosplayer (tra concorrenti, da ultimo, di 22 Nazioni) che oltre a indossare il costume deve fare una performance sul palco. Le selezioni italiane si fanno al Romics, la cui ultima edizione terminata il 5 ottobre ha richiamato 150mila persone. Questa settimana, poi, al Comics di Lucca ci sarà un altro appuntamento importante per i cosplayer italiani (per l'occasione sara' allestita una “Japan Town”).

Il Romics ha raccolto l'invito del Tokyo International Film Festival, la cui edizione di quest'anno è focalizzata sul cinema di animazione o derivato dai manga, compresa una retrospettiva in omaggio al regista cult Hideaki Anno (creatore, tra l'altro, della serie Evangelion amatissima dai cosplayer). Il TIFF ha organizzato un evento collaterale di Cosplay nel quale gli ospiti d'onore sono stati gli italiani Luca Buzzi (campione del mondo 2010 e prossimo sfidante 2015 per il titolo) e Nadia Baiardi (vicecampionessa mondiale 2014). I due hanno messa in scena, nell'arena di Roppongi Hills, la sintesi di due episodi di Evangelion (uno di un film, uno di un manga: la loro performance è visibile nel video allegato). Luca è un ingegnere informatico e Nadia (in arte NadiaSK) è una fashion designer. Entrambi milanesi. “”Come una volta nel calcio, nel Cosplay a livello mondiale i più forti sono italiani e brasiliani. Probabilmente perché cresciamo nelle migliori tradizioni del Carnevale. E anche, almeno per quel che ci riguarda, in una cultura artigiana, del gusto e della bellezza, che ci sa dare una spinta in piu”, afferma Sabrina Perucca, direttrice artistica di Romics. Tra l'altro, se pure il Giappone non ha la tradizione del Carnevale, in questi giorni Tokyo è invasa da maschere e costumi: Halloween ha preso piede come una moda, con esiti impressionanti.

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