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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2014 alle ore 17:53.
L'ultima modifica è del 28 ottobre 2014 alle ore 17:55.

Il gup Angela Schiralli ha rinviato a giudizio due manager di Fitch e sei di S&P nell’ambito del progesso che a Trani vede coinvolte le agenzie di rating con l’accusa di manipolazione del mercato aggravata. L'inchiesta era stata condotta, su esposto di Adusbef e Federconsumatori, dal pm di Trani Michele Ruggiero. Nel procedimento si sono costituiti parte civile Adusbef, rappresentata dall'avvocato Antonio Tanza, e alcuni risparmiatori rappresentati dagli avvocati Astolfo Di Amato, Alessio Di Amato e Antonio Trimboli. L'udienza è stata fissata per il 4 febbraio prossimo.

Secondo l'ipotesi formulata dagli inquirenti, i manager delle agenzie di rating tra il 2010 e il 2012 avrebbero diffuso informazioni tendenziose e distorte sull'affidabilità creditizia italiana e sulle iniziative di risanamento e di rilancio economico del governo. L'inchiesta era stata condotta, su esposto di Adusbef e Federconsumatori, dal pm di Trani Michele Ruggiero. Sia i dirigenti sia le società Fitch e S&P, per responsabilità amministrativa, sono stati rinviati a giudizio.

In una dichiarazione, S&P ha risposto di credere «fermamente che queste accuse siano completamente infondate e non supportate da alcuna prova. Abbiamo sempre svolto il nostro ruolo con coerenza, - continua la nota della società di rating - fornendo una opinione indipendente sul merito di credito dell'Italia in linea con le nostre metodologie internazionali, con i nostri standard di qualità e integrità, e con la regolamentazione europea».

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