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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2014 alle ore 07:45.
L'ultima modifica è del 29 ottobre 2014 alle ore 08:15.

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Luciano Violante. (Ansa)Luciano Violante. (Ansa)

«Deriva che offende l'autorevolezza delle istituzioni e la dignità delle persone». Lo scrive Luciano Violante in una lettera ai «Signori e Signore del Parlamento» per annunciare la sua rinuncia alla corsa per la Consulta. Nella missiva, in prima pagina sul Corriere della Sera, invita a «scegliere altra personalità ritenuta più idonea ad ottenere il consenso necessario».

Nella lettera, l'ex presidente della Camera scrive che il protrarsi della indecisione sta producendo discredito delle istituzioni parlamentari, ringrazia i parlamentari che lo avevano finora votato ed invita appunto le Camere ad un' altra scelta, rimarcando che «nessun Paese può tollerare per troppo tempo una vita parlamentare frenata da
ribellismi e forzature».
Secondo l' esponente Pd, infatti, «le leggi sono inefficaci senza i buoni costumi, che impongono comportamenti misurati e lungimiranti soprattutto quando sono in questione le nomine di organi di garanzia».
L'invito che arriva da Luciano Violante nella lettera pubblicata dal Corriere è dunque che si decida rapidamente e responsabilmente, e in questo modo «restituendo alla politica l'autorevolezza che le spetta in una democrazia funzionante».

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