Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2014 alle ore 08:25.
L'ultima modifica è del 30 ottobre 2014 alle ore 08:45.

My24

Punta ad accelerare la prima fase delle operazioni di smantellamento della Costa Concordia, la cui conclusione sarebbe prevista a gennaio, il consorzio Ship Recycling, composto da Saipem (51%) e San Giorgio del Porto. Lo hanno spiegato ieri, nel corso di un incontro, i vertici della società. Intanto proseguono le ispezioni all'interno del relitto, ormeggiato nel porto di Genova Prà, presso il terminal Vte.

Il comandante Damiano Capurso, capo del reparto tecnico della capitaneria ha spiegato di aver ricevuto richieste, da parte di organismi di vigilanza internazionali, per effettuare dei sopralluoghi a bordo della nave. Si tratta della Coast Guard americana e dell'Organismo investigativo sui sinistri marittimi, che è emanazione dell'Imo (International maritime organization). In Italia, l'organismo è stato costituito presso il ministero delle Infrastrutture e trasporti e sta conducendo un'inchiesta amministrativa sul naufragio di Concordia. Gli ispettori ministeriali, hanno già visitato il relitto ma solo fino al ponte 4 (oltre non era possibile). Ora l'obiettivo è scendere più in basso, fino dove si trova lo squarcio dello scafo. Quella del ministero, peraltro, fanno sapere dalla capitaneria, è un'inchiesta conoscitiva, al pari di quella della Coast Guard statunitense. L'obiettivo è di trarre insegnamenti, soprattutto nel campo della sicurezza, dallo studio del relitto. Mirata, invece, a definire le responsabilità personali per i risarcimenti è l'inchiesta formale, ancora in corso, che sta conducendo la direzione marittima di Livorno.

Ieri Ferdinando Garré, ad di Ship Recycling, nonché di San Giorgio ha fatto il punto sull'andamento dei lavori di “alleggerimento” della nave, sui cui lavorano, in queste fase, 80 persone, destinate a divenire 150. Da qui a gennaio saranno asportate dal relitto tra le 8mila e le 10mila tonnellate di materiali (arredi e allestimenti di ponti). Le aree geografiche dove sono localizzati gli impianti di smaltimento, ha ricordato Valerio Mulas, project manager del consorzio, «sono tra Liguria, Piemonte e Lombardia». Questa fase è stata pensata per portare il pescaggio del relitto dagli attuali 17,5 metri a 14,5, in modo da poterlo spostare dal porto di Pra', dove oggi è ormeggiato, alla zona delle riparazioni navali di Genova, che ha profondità minore.

Garré ha spiegato, però, che si potrà riuscire a muovere la nave anche col pescaggio di 15,5 metri (e quindi prima di gennaio), grazie ai dragaggi effettuati, e in fieri, nello scalo della Lanterna. In ogni caso, lo smantellamento per intero del relitto dovrebbe terminare, come previsto, nel maggio 2016.
Garré ha poi confermato che l'obiettivo di Ship Recycling va oltre Concordia: «Vogliamo dare il via ad un polo di dismissioni di navi nel porto di Genova. Attività che l'Italia ha abbandonato dagli anni '80», per questioni di costi e che ora può tornare alla ribalta grazie all'attenzione che l'Ue impone agli Stati membri in tema di tutela ambientale, anche nelle dismissioni navali. Sul progetto di questo polo San Giorgio ha investito, finora, circa un milione di euro.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi