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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2014 alle ore 09:42.
L'ultima modifica è del 30 ottobre 2014 alle ore 14:53.

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(ansa)(ansa)

Un nuovo piano industriale che salvaguardi il livello di produzione su due forni e preveda un massimo di 290 esuberi a fronte degli oltre 500 previsti oggi. Queste le novità sulla vertenza Ast che l'azienda ha illustrato al governo. Lo ha riferito il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, al termine dell'incontro a palazzo Chigi con i sindacati, al quale ha partecipato anche il premier Matteo Renzi.

Massimo 290 esuberi, ma 140 sono già usciti
Guidi ha sottolineato che l'azienda sarebbe pronta a garantire una produzione «su entrambi i forni, su uno al massimo e sull'altro con una turnazione che consente di mantenere una integrità produttiva». Quanto all'impatto occupazionale, l'azienda ha parlato di un limite «minimo», ha aggiunto Guidi, con un livello massimo di 290 esuberi. Sul fronte degli esuberi nella vertenza Ast «rimangono sul tavolo circa 150-140 esuberi», ha chiarito il ministro, spiegando che circa 140 lavoratori sono già usciti dall'azienda accettando gli incentivi proposti.

Landini: pronti a riprendere la trattativa, possibile l’uso dei contratti di solidarietà
«Siamo pronti quanto prima a sederci a un tavolo e riprendere la trattativa. È importante che l'azienda presenti un nuovo piano industriale», ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, al termine della riunione con il Governo su Ast. Il piano industriale presentato nei mesi scorsi, ha ribadito Landini,«era inaccettabile perché metteva in discussione l'integrità della Thyssen». Il nuovo piano, secondo Landini, deve puntare a garantire «la produzione attuale e i due forni e con una prospettiva per i prossimi anni. È necessario evitare i licenziamenti. È possibile l'uso dei contratti solidarietà, anche altri strumenti possono essere valutati per ridurre il costo del lavoro senza tagli al personale».

Alfano riferisce in Parlamento
Il caso degli scontri tra Polizia e lavoratori dell'Ast di Terni, ieri a Roma, arriva nelle aule del Parlamento. Nel pomeriggio il ministro dell’Interno Alfano riferirà a Camera (ore 18,30) e Senato (ore 14,45)sugli scontri in piazza dell’Indipendenza a Roma che hanno causato 4 feriti fra gli operai e 4 fra le forze di polizia (guarda le foto e il video).

Delrio: nessunio ha mai detto di alzare i manganelli
«Nessuno in questo Governo ha mai detto di alzare i manganelli sui lavoratori. Le dinamiche dell'episodio di ieri saranno chiarite nelle prossime ore», ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, al termine dell'incontro su Ast.

Bubbico: nessun ordine di caricare
«La mia impressione è che non si sia trattato di una carica di polizia, non c'era un ordine in tal senso», ha affermato il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, intervistato da Radio24 sugli scontri di ieri a Roma durante la protesta degli operai dell'Ast, le Acciaierie di Terni della Thyssenkrupp. «Vogliamo compiere ogni utile approfondimento e collocare la questione nelle sue dinamiche», ha precisato Bubbico che parla di un equivoco.«Piazza Indipendenza è molto vicina alla Stazione Termini, probabilmente si sarà generato qualche equivoco rispetto alla volontà che i lavoratori avevano manifestato di voler raggiungere il ministero dello Sviluppo Economico», ha aggiunto Bubbico sottolineando che «non era previsto» che gli operai raggiungessero il dicastero di via Molise.

Monsignor Giuseppe Piemontese (Vescovo di Terni): solidarietà agli operai, grave quanto accaduto
«Ciò che è accaduto a Roma nella mattinata del 29 ottobre, durante la manifestazione dei lavoratori dell'Acciai Speciali Terni, è grave e non preannuncia alcunché di buono», ha commentato monsignor Giuseppe Piemontese, vescovo di Terni-Narni-Amelia, in una nota ufficiale, pubblicata sul sito della diocesi. «Vogliamo augurarci - ha continuato il vescovo - che si sia trattato di uno spiacevole fraintendimento e che presto si riportino le relazioni tra operai, ThyssenKrupp, Forze dell'ordine e Istituzioni su un binario di rispetto e di correttezza civile, legale e istituzionale».

Camusso: basta ping pong, il Governo parli con i tedeschi
«Il governo invece di fare ping pong tra le parti dovrebbe sentire direttamente il governo tedesco e muoversi sulla multinazionale», ha detto la leader della Cgil Susanna Camusso a “Radio anch'io” parlando della vertenza Ast. Camusso ha detto di non capire il riferimento ad abbassare i toni del premier. E ha lanciato una nuova stoccata: «Il presidente del Consiglio dovrebbe provare ad abbassare i manganelli dell'ordine pubblico».

Sel raccoglie le firme per la mozione di sfiducia
Intanto Sel ha iniziato una raccolta di firme a Montecitorio su una mozione di sfiducia individuale al ministro Angelino Alfano. Per la presentazione della mozione alla Camera dei deputati, a norma di regolamento, serve la sottoscrizione del 10 per cento dei parlamentari, 63 firme. La mozione, promossa da Sel, èin questo momento all'attenzione dei gruppi di opposizione al governo Renzi. Sel conta a Montecitorio 26 deputati che hanno già sottoscritto la mozione. Per la presentazione della mozione sarebbe sufficiente la firma di una piccola parte del Movimento Cinque Stelle, che alla Camera ha 104 deputati. Per Alfano si tratterebbe del secondo voto di `sfiducia´ individuale in Parlamento, dopo il caso Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Abliazov, espulsa dall'Italia in circostanze controverse la scorsa primavera.

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