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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2014 alle ore 09:46.
L'ultima modifica è del 01 novembre 2014 alle ore 19:05.
La decisione a sorpresa della Nippon Ginko, la Banca centrale del Giappone (Boj, dal nome inglese Bank of Japan), di portare il ritmo annuale di espansione della sua base monetaria da 60-70mila miliardi fino a 80mila miliardi di yen, segnala la volontà di risolvere con tutti i mezzi possibili il problema della deflazione del paese, che dura ormai da decenni. La base monetaria – banconote più depositi alla banca centrale – raggiungerà quindi a fine anno il 57% del prodotto interno lordo. Una cifra considerevole.
Un quantitative easing anche sulle Borse
Gli analisti si aspettavano un rallentamento della politica espansiva. Il quantitative easing giapponese invece proseguirà ad ampio spettro e a ritmi accelerati. Molto più di quello americano: la Nippon Ginko acquista titoli di Stato (da oggi 80mila miliardi l'anno, invece dei precedenti 50mila), fondi su indici di borsa Etf (3mila miliardi da mille), fondi immobiliari (90 miliardi da 30 miliardi). Il problema da risolvere è quello di un rallentamento della domanda che potrebbe raffreddare i prezzi: l'aumento dell'Iva deciso dal governo Abe ha sicuramente fatto salire l'indice dei prezzi, ma questo non segnala certo inflazione.
Scende il bilancio della Bce
Il paragone con la Banca centrale europea è immediato, anche se la situazione giapponese resta più grave di quella europea: lì la deflazione è un fenomeno radicato da estirpare, qui invece è un rischio da evitare. Anche la Bce vuole però aumentare il suo bilancio – attraverso un aumento della base monetaria – di almeno mille miliardi di euro, a quota 3mila miliardi circa. Continua però a usare strumenti inadeguati: degli acquisti di Covered bond e quelli, prossimi, di Abs non si conosce l'entità – finora, in una settimana di attività, sono stati acquistati 1,7 miliardi di titoli – mentre l'aumento delle dimensioni del bilancio legato alle operazioni di Tltro dipende tutto dalle decisioni delle banche di chiedere (e rimborsare) liquidità. Al punto che durante il mese di ottobre, il bilancio Bce è calato: è passato 2.033 miliardi dopo essere tornato a 2.053 con l'operazione Tltro di settembre e una rivalutazione delle riserve valutarie. La base monetaria di ottobre, a 1.188 miliardi è così tornata ai livelli di giugno (e di febbraio 2014).
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