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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2014 alle ore 08:13.

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ROMA
«L'industria del risparmio è integrata nella concorrenza internazionale e deve essere messa in condizioni né di privilegio né di penalizzazione». Il presidente dell'Abi alla novantesima Giornata del Risparmio batte sull'esigenza di disporre di un campo da gioco livellato in Eurolandia e sottolinea che l'industria del risparmio «sta vivendo in questi mesi un'autentica rivoluzione con la nascita dell'Unione bancaria europea, una delle principali risposte alla crisi». Antonio Patuelli tiene anche a ricordare che «l'industria del risparmio è impegnata per sostenere la ripresa. I prestiti bancari in Italia sono superiori alla raccolta del risparmio».
I prestiti a fine settembre 2014 ammontano a 1.819 mld di euro e, ricorda, sono superiori a quelli in atto prima della crisi: al 31 dicembre 2007 ammontavano a 1.673. Inoltre, spiega Patuelli, le erogazioni di mutui da inizio 2014 sono tornate a crescere,con un incremento del 29%: «Appena la domanda di case è ritornata, le banche sono state prontissime ad erogare mutui – aggiunge Patuelli –. Oggi, insomma, vi è più offerta di prestiti bancari rispetto alla domanda sana».
Per il presidente dell'Abi l'impegno delle banche italiane per la ripresa è dimostrato dal fatto che in Europa sono state le aziende di credito che hanno chiesto più fondi della Tltro, i prestiti della Bce finalizzati al credito alle imprese, per un valore pari a 26 mld. «Una cifra significativa – osserva – ma che diventa assai modesta se la raffrontiamo ai 1.708 mld di ben più costosa raccolta complessivamente effettuata dalle banche in Italia e con i 1.819 mld impieghi».
Poi Patuelli affronta il tema della valutazione approfondita e ricorda che nell'Asset quality review, che è «il più reale e concreto degli esami», tutte le banche italiane sono state promosse. «Questo – osserva – è un decisivo presupposto per la ripresa, con nuovi prestiti a imprese e a famiglie. Tutto ciò – aggiunge – è in Italia frutto soltanto di banche private, che si sono rafforzati con capitali privati anche durante la crisi, senza che un solo euro sia stato versato "a fondo perduto" dalla Repubblica italiana alle banche, senza bad bank fornite di risorse pubbliche». Per questo, poiché «da quest'anno gli esami europei sulle banche non finiranno» Patuelli chiede che le banche italiane non siano discriminate in Europa: «Confidiamo che le banche italiane, che usano il risparmio per fare prestiti, non siano penalizzate rispetto a quelle straniere che, invece, privilegiano la finanza speculativa».
Il presidente dell'Abi chiede dunque di convergere verso «norme identiche» nella legislazione bancaria «conseguenti alla nascita dell'Unione bancaria europea».
La neonata Unione, spiega, «implica sempre più identiche normative nazionali concernenti le banche, non solo nella Vigilanza e negli eventuali salvataggi». Da questo punto di vista, rimarca Patuelli «constatiamo che una parte della più vecchia legislazione bancaria è ormai superata, come, per esempio, il Cicr, il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, istituito nel 1947, con la funzione di «alta vigilanza in materia di tutela del risparmio... e di esercizio della funzione creditizia e in materia bancaria». Patuelli ha poi ricordato che la stessa legge di delegazione europea del 2013 dispone il depotenziamento di quest'organismo. E ha concluso «che appare un istituto giuridico superato o espressamente da altre normative, o, implicitamente, come le "foglie morte" di Arturo Carlo Jemolo».
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IL PUNTO DI VISTA DELLE BANCHE
Banche e imprese
Il presidente Abi ha sottolineato che «l'industria del risparmio è impegnata per sostenere la ripresa. I prestiti bancari in Italia sono superiori alla raccolta del risparmio» e le banche italiane hanno chiesto più fondi Tltro, i prestiti Bce finalizzati al credito alle imprese
Gli esami europei
Patuelli ha anche ricordato che nell'Asset quality review, che è «il più reale e concreto degli esami», tutte le banche italiane sono risultate promosse. «Questo è un decisivo presupposto per la ripresa, con nuovi prestiti a imprese e a famiglie»

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