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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2014 alle ore 10:16.
L'ultima modifica è del 03 novembre 2014 alle ore 10:53.

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(Afp)(Afp)

A causa della scarsa domanda che ha continuato a condizionare la crescita sia della produzione che dei livelli occupazionali dei paesi membri della moneta unica, ad ottobre il settore manifatturiero dell'eurozona rimane in una condizione di quasi stagnazione. Lo evidenzia Markit che diffonde il dato definitivo dell'indice Pmi manifatturiero rivisto a 50,6 dalla stima flash di 50,7. La crescita in Germania, Spagna, Paesi Bassi e Irlanda controbilancia le contrazioni delle altre nazioni. Attestandosi a 50,6, in salita da 50,3 di settembre l'indice finale sul manifatturiero dell'Eurozona di ottobre mostra un valore leggermente al di sopra della soglia neutra di 50, estendendendo a sedici mesi la sequenza di crescita superiore alla soglia di non cambiamento di 50. Il dato è in linea con le attese.

Il tasso di disoccupazione raggiungerà il 12,5% nel 2014 «per effetto della caduta dell'occupazione (-0,2% in termini di unità di lavoro)» e poi diminuirà «lievemente» al 12,4% nel 2015 e con «più vigore» al 12,1% nel 2016. Sono le previsioni dell'Istat, raccolte all’interno delle Prospettive per l'economia italiana, riviste rispetto alle stime diffuse a maggio che prevedevano una disoccupazione al 12,7% nel 2014, al 12,4% nel 2015 e al 12% nel 2016. Nel 2015 «le unità di lavoro registreranno un contenuto aumento (+0,2%). Il miglioramento del mercato del lavoro proseguirà con più vigore nel 2016 con una discesa del tasso di disoccupazione al 12,1% e una crescita delle unità di lavoro dello 0,7%». Sempre l’Istituto di Statistica ha diramato le previsioni per il Prodotto interno lordo, che diminuirà dello 0,3% nel 2014 per poi crescere dello 0,5% nel 2015 e dell'1% nel 2016. Le previsioni rivedono al ribasso le precedenti stime diffuse a maggio e che prevedevano una crescita dello 0,6% nel 2014, dell'1% nel 2015 e dell'1,4% nel 2016. Il Governo prevede un calo del Pil dello 0,3% nel 2014 e una crescita dello 0,6% nel 2015 e dell'1% nel 2016.

L'Istat stima «una ulteriore contrazione» degli investimenti nel 2014 (-2,3%), «nonostante un lieve miglioramento dell'accesso al credito e del costo del capitale», e una ripresa graduale nel 2015 (+1,3%) e «maggiore intensità» nel 2016 (+1,9%). Sul fronte Legge di stabilità, l'Istat stima un «effetto nullo della manovra nel biennio 2015-2016» per effetto combinato dell'«impatto positivo del bonus degli 80 euro sulla crescita dei consumi» e dell'«effetto negativo dovuto alla clausola di salvaguardia sull'aumento automatico dell'Iva nel 2016», nel caso in cui scattasse.
Inoltre, rileva sempre l’Istat, dopo tre anni di riduzione, nel 2014 la spesa delle famiglie segnerà un aumento dello 0,3%, in parte grazie all'effetto di una riduzione della propensione al risparmio.

Per quato riguarda l’inflazione, le previsioni Istat parlano di graduale recupero dal 2015. Nella media dell'anno prossimo, l'inflazione si manterrà ancora inferiore all'1%. In assenza di sostanziali modifiche del contesto internazionale, l'inflazione si confermerà su tassi prossimi allo zero «anche nei mesi finali del 2014, con livelli di prezzi in media d'anno appena superiori a quelli del 2013».

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