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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2014 alle ore 17:02.
L'ultima modifica è del 04 novembre 2014 alle ore 17:03.

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Fabiola Gianotti. (Afp)Fabiola Gianotti. (Afp)

Lavorare «per la scienza al servizio della pace»: è quanto intende fare Fabiola Gianotti, nominata oggi alla direzione generale del Cern di Ginevra. «È senz'altro un grande onore, un prestigio e responsabilità essere il futuro direttore del Cern», ha detto all’Ansa.

«Cercherò di impegnarmi - ha affermato ancora Gianotti - per mantenere il ruolo di primo piano che il Cern ha nel campo del'eccellenza scientifica, così come nella tecnologia e nell'innovazione, nell'educazione e nella collaborazione internazionale nella scienza al servizio della pace». Tante le attese per il futuro, quando nella primavera del 2015 rientrerà in funzione il grande acceleratore Lhc: «saranno ancora tante - ha detto - le sorprese che la natura ci riserverà».

Nella sua prima conferenza stampa via web dal Cern, Gianotti, con il suo proverbiale low profile da grande scienziata, ha quindi assicurato che «studierà» per diventare un buon direttore generale dell'Istituto, incarico che assumerà ufficialmente dal gennaio del 2016.

Fabiola Gianotti, prima donna a guidare il laboratorio europeo di fisica delle particelle nei 60 anni di vita del Cern, non ha mostrato alcuna preoccupazione per questo “primato”. Il Cern, ha detto, «ha insita la cultura della diversità, in termini di genere e di religione», ed ha assicurato il suo pieno impegno perché questa cultura sia «preservata».

La scienziata ha ricordato inoltre che sono «quattro i capisaldi che caratterizzano il Cern: scienza, tecnologia, formazione e pace». Tutti elementi «che portano ad una “buona scienza”» che porta, a sua volta, ad avere «persone migliori» ha osservato Gianotti ricordando che ad ispirarla nella sua scelta professionale è stata la storia e la vita di Marie Curie, la scienziata che ha scoperto il radio e Nobel per la Fisica nel 1903.

Con Fabiola Gianotti è la terza volta che uno scienziato italiano arriva al vertice del Cern che conta fra i suoi padri fondatori il fisico Edoardo Amaldi, uno dei “ragazzi di Via Panisperna”. A ricoprire l'incarico di direttore generale del laboratorio di Ginevra, infatti, sono stati il Nobel Carlo Rubbia, primo dg italiano dal 1989 al 1994, poi, cinque anni più tardi, è stata la volta del fisico Luciano Maiani al vertice del Cern dal 1999 al 2003.


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