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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2014 alle ore 06:38.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2014 alle ore 16:42.

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Il filone politico sulla loggia massonica "P3" va a processo. L'ex coordinatore del Pdl, Denis Verdini, e l'ex sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, sono stati rinviati a giudizio. Stralciata la posizione di Marcello Del l'Utri, ex braccio destro di Silvio Berlusconi. Per lui si dovrà attendere l'eventuale estradizione già richiesta alle autorità del Libano.

Le istanze della Procura della Repubblica di Roma sono state accolte. Per il gup capitolino, Paola Della Monica, gli accertamenti investigativi coordinati dal pm Mario Palazzi sarebbero "concreti". Il processo è un troncone del più ampio procedimento già pendente dinanzi al Tribunale di Roma, in cui sono imputate 17 persone, tra le quali l'uomo d'affari Flavio Carboni, il giudice tributario Pasquale Lombardi, l'allora primo presidente della Corte di Cassazione, Vincenzo Carbone, e l'ex governatore della Sardegna Ugo Cappellacci. Le accuse, secondo le singole posizioni, vanno dalla violazione della legge Anselmi sulle organizzazioni segrete, all'associazione per delinquere, corruzione, abuso d'ufficio, illecito finanziamento ai partiti e diffamazione.

L'inchiesta puntava a svelare l'esistenza di un supposto gruppo di potere che avrebbe «influenzato la decisione della Corte costituzionale nel giudizio di legittimità del lodo Alfano», oltre a ipotizzate pressioni sull'allora vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino, e su «componenti del Csm», per pilotare nomine giudiziarie cardine, come quelle di «presidente della Corte d'Appello di Milano e di Salerno» e «procuratore della Repubblica di Isernia e Nocera inferiore». In questa vicenda un ruolo ben definito lo avrebbero giocato anche i tre imputati doc. I nomi di Dell'Utri, Verdini e Cosentino spuntano in diversi capi d'imputazione. C'è, per esempio, il caso dei contributi finanziari ricevuti dagli imprenditori Alessandro Fornari e Fabio Porcellini.

I due «partecipavano all'associazione - è annotato negli atti - fornendo il sostegno economico diretto a finanziare il sodalizio e i suoi membri e necessario, fra l'altro, a realizzare il piano industriale di intervento nel settore delle energie rinnovabili e a creare la provvista destinata alla corruzione dei pubblici funzionari e ai finanziamenti illeciti in favore di membri del Parlamento; ciò facevano versando ripetutamente a Carboni, Verdini e Dell'Utri (…) oltre 6 milioni di euro, che prelevavano dalle casse di società da loro gestite e trasferivano a Carboni e agli altri associati con la complicità di prestanome».

Cosetino, invece, è accusato di diffamazione e violenza privata ai danni del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, in relazione alla diffusione «a mezzo internet di false notizie dal contenuto diffamatorio». Diffamazione che avrebbe compiuto assieme a Carboni, all'ex assessore napoletano Arcangelo Martino e all'ex giudice Pasquale Lombardi.
In stand-by la posizione di Dell'Utri. Si dovrà attendere la decisione delle autorità del Libano su una richiesta di estradizione. Un nodo giuridico, contenuto nelle pieghe dei trattati internazionali, impone che l'ex braccio destro di Berlusconi non possa essere processato per altri fatti se non quelli per i quali è stata già disposta - nei mesi scorsi - la sua estradizione.

Alla base della richiesta c'è il concetto di «specialità della legge penale» che, applicato a questo caso, consente a Dell'Utri di non essere sottoposto a processo, in quanto l'estradizione dal Libano perfezionatasi a giugno scorso, riguarda esclusivamente il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, per il quale l'ex parlamentare è stato condannato a sette anni. Secondo la normativa, infatti, un soggetto estradato per un reato non può essere processato per altri reati e fatti. Per questo i magistrati della Capitale hanno dovuto formulare un'istanza al gup, affinché inviasse una nuova richiesta "suppletiva" di estradizione al Libano, relativa ai reati finiti al centro del processo sulla P3.

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