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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2014 alle ore 06:39.

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NEW YORK. Dal nostro corrispondente
Oggi l'America si reca alle urne per decidere se ridurre o contrastare un ritorno della burocrazia, del "red tape", delle troppe regole che secondo buona parte dell'opinione pubblica e della comunità degli affari stanno complicando la vita e limitando il potenziale di crescita americana.
È attorno a questa tematica centrale e alle sue molte ramificazioni che i repubblicani hanno impostato il loro attacco alla Casa Bianca e ai democratici per vincere la partita elettorale del midterm, e riconquistare la maggioranza al Senato: «Vogliamo autorizzare la Casa Bianca a darci ulteriori istruzioni su come vivere la nostra vita?» ha detto ad esempio Mitch McConnell, senatore del Kentucky futuro capo della maggioranza al Senato. «Se ci sarà il giro di boa dovremo correggere la riforma sanitaria». Correggere, perché per abolirla come vorrebbe Ted Cruz, aggressivo senatore texano a destra di McConnell, ci vorrebbe una maggioranza di 60 seggi consdierata impossibile.
In effetti Barack Obama su queste tematiche si trova in difficoltà. Ha rivoluzionato il sistema sanitario, e i nuovi metodi, oltre ad essere complicati, non hanno raccolto un'adesione entusiastica della maggioranza dell'opinione pubblica; l'amministrazione ha anche introdotto regole ferree per limitare le attività speculative delle banche. Ma la legge si è tradotta in un incubo sia per gli istituti di credito che per i consumatori. La conseguenza più immediata di questa legge è stata alla fine controproducente: le banche hanno trovato il modo per continuare a fare operazioni speculative mirate senza concedere il credito a chi ne aveva bisogno.
E anche se ieri il vicepresidente Joe Biden ha detto che i democratici terranno la maggiroanza al Senato, i sondaggi parlano chiaro: l'indice di gradimento di Obama è attorno al 41,8%. Secondo i sondaggi più recenti oggi si va alle urne con i democratici a 45 seggi sicuri e i repubblicani a 47 seggi sicuri. Gli incerti sono 8, ma la maggioranza dei seggi appartiene a candidati democratici e dunque le probabilità sono molto elevate per una conquista di almeno 4 seggi da parte repubblicana (in tutto i seggi sentoriali in palio oggi sono 36). Scontata la vittoria alla Camera dove i repubblicani potrebbero aumentare il loro vantaggio e dove hanno già 228 seggi sicuri (già la maggioranza su 435 seggi).
Sul tavolo guardando in avanti e sempre che i repubblicani vicano davvero il Sento, ci sono le nomine. Quella al dipartimento per la Giustizia per sostituire Eric Holder. In questo caso è il big business a essere scontento. Holder ha imposto delle multe durissime alle isituzioni finanziarie americane. E la preoccupazione che il dipartimento per la Giustizia potesse applicare alla lettera le nuove regole ha finito con il gonfiare a dismisura il costo del personale addetto alla supervisione.

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