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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2014 alle ore 15:16.
L'ultima modifica è del 04 novembre 2014 alle ore 15:55.

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«Inadeguata e insufficiente», in termini di investimenti e politiche di sostegno alla crescita. In audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, i sindacati bocciano, con accenti diversi, la manovra 2015. Perchè «tutt’altro che espansiva» (Cgil), con «segnali di discontinuità non sufficienti per imprimere una svolta» (Cisl) e «non in grado di invertire la tendenza alla recessione» (Uil). Il pericolo maggiore, spiega il segretario confederale Cgil Danilo Barbi, è quello di sottovalutare la deflazione: «In Italia, il paese dell'inflazione, può essere una malattia di lungo periodo, ed influire in profondità sulle abitudini del consumo».

Cgil: Rilanciare il paese mettendo in discussione il Pattod i Stabilità Ue
Il problema, per la Cgil, «è una conseguenza delle politiche europee», e può essere risolto solo se il governo decide «di mettere in discussione il Patto di Stabilità», senza «accontentarsi dell'austerity flessibile, concordata, magari scambiata con la ulteriore flessibilizzazione del mercato del lavoro». La parola sulla legge di Stabilità è ora del Parlamento, cui la Cgil suggerisce di ripensare in toto la manovra, puntando su un “ Piano del Lavoro” in grado di « rispondere alla crisi di domanda e occupazionale» qualificando l'offerta e il lavoro.

Uil delusa: manovra poco espansiva
Delusa dalla manovra 2015 anche la Uil, dopo gli annunci di palazzo Chigi che promettevano una rinegoziazione con la commissione Ue per strappare una maggiore flessibilità sui bilanci come contropartita aall’avvio di un pacchetto di riforme per il rilancio del paese. Per il segretario generale Uil Luigi Angeletti «senza un cambiamento del patto di Stabilità parlare di crescita è solo un esercizio retorico» e una legge di Stabilità «che vuole puntare alla crescita battendo la deflazione si deve porre questo obiettivo». Purtroppo la Stabilità messa in piedi dal governo «è troppo poco espansiva, insufficiente rispetto ai bisogni e non in grado di invertire la tendenza».

Angeletti promuove taglio contributi neoassunti e bonus 80 euro
Per Angeletti, due sole le cose buone della ex finanziaria: la stabilizzazione del bonus Irpef da 80 euro in busta paga («per la prima volta da anni abbiamo avuto un governo che ha fatto qualcosa di concreto per tagliare il costo del lavoro») e l'incentivazione delle assunzioni con contratto a tempo indeterminato. Da bocciare, invece, tutto il resto, compreso il taglio generalizzato dell'Irap per le imprese: una misura che la Uil promuove in linea di principio, a patto che non favorsca tutte le imprese in modo indifferenziato, quelle che investono e che rispettano le leggi e quelle che non lo fanno.

Cisl contro anticipo Tfr e tassazione fondi di previdenza
Contrarissima alla legge di Stabilità anche la Cisl, rappresentata dal segretario confederale Maurizio Petriccioli, che rileva nella manovra «segnali di discontinuità non sufficienti per imprimere una svolta». Si deve «fare di piu'», sottolinea, perchè «è evidente il dramma sociale che sta vivendo il Paese». Tra le misure, la Cils censura in particolare l’anticipo del Tfr in busa paga e l'innalzamento della tassazione sui fondi di previdenza sociale, perchè metterebbero a rischio il sistema della previdenza complementare.

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