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Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2014 alle ore 08:17.
L'ultima modifica è del 06 novembre 2014 alle ore 10:56.

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Mentre ingaggiano la battaglia per limitare sul 2015, le Province si vedono recapitare gli effetti dei tagli di quest'anno, ricomposti nel decreto diffuso ieri dal ministero dell'Interno in un decreto con le assegnazioni definitive del loro «fondo sperimentale di riequilibrio». Assegnazioni, in verità, che dopo le varie sforbiciate si colorano di rosso nel senso che il provvedimento, nato in tempi ordinari per distribuire i fondi agli enti territoriali, ora in realtà chiede «restituzioni» allo Stato.

A livello generale, il bilancio è negativo per 200 milioni, nel senso che a fronte di 200,2 milioni da assegnare ce ne sono 401,6 che le Province devono restituire allo Stato, ma com'è ovvio il quadro cambia da ente a ente: le Province interessate sono le 86 collocate nelle Regioni a Statuto ordinario, e di queste sono in 41 (cioè il 48%) a dover restituire soldi allo Stato. E non si tratta di cifre da poco: la Provincia di Milano, che non è riuscita nemmeno a impegnare la propria quota da 60 milioni in Expo aprendo nei conti della società una falla che attende ancora di essere colmata, si vede recapitare il conto più pesante, e dovrebbe entro fine anno trovare 85,3 milioni da restituire allo Stato. A Roma il decreto chiede 71 milioni, mentre a Torino la richiesta è di 32,2 milioni, ma anche Province più piccole come Varese, che arriva quinta nella classifica delle restituzioni appena dopo Bologna, deve trovare subito 21,5 milioni. Notizie un po' migliori arrivano nel Mezzogiorno, dove le maggiori esigenze di perequazione fanno in modo che per ora il fondo non si azzeri del tutto: a Napoli il decreto assegna 16,3 milioni, mentre Cosenza e L'Aquila si assicurano 15 milioni a testa.

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