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Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2014 alle ore 11:12.

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Luca Cordero di Montezemolo, designato presidente di Alitalia, ha maturato le proprie competenze in una lunga carriera da manager e imprenditore.

Presidente della Ferrari dal 1991 al 2014, fondatore della società Nuovo Trasporto Viaggiatori (Ntv) e, dall'ottobre 2012, vicepresidente della Unicredit. Si potrebbe riassumere così la carriera di Montezemolo, presidente di Confindustria dal 2004 al 2008 e terzo manager più pagato in Italia nel 2012 con 5,5 milioni di euro l'anno. Ma in realtà le sue esperienze sono state molto diversificate e sempre a cavallo tra industria e sport, con un legame speciale con Maranello.

«La mia casa era quella in cui vivo ancora adesso. È una villa sulla strada della Futa e per chi ama le corse automobilistiche la Futa è qualcosa di speciale. Ci passava allora la Mille Miglia e io mi ricordo che, da bambino, avrò avuto 4 o 5 anni, mi portavano a vedere la Ferrari. Era come in un film di Fellini: l'attesa, i fari, il rombo del motore». Il primo ricordo della Ferrari per Luca Cordero di Montezemolo è legato alla sua infanzia e già da allora al mondo delle corse, come raccontava Marco Franzelli ne «Le grandi vittorie Ferrari». La passione per i motori si è poi concretizzata per il giovane "Spigolo" (così lo chiamavano gli amici) con le corse con le Fiat 500 elaborate. Il suo primo bolide fu un cinquino truccato da Adolfo Romani, meccanico bolognese, e comprato a metà con l'amico Cristiano Rattazzi, nipote di Gianni Agnelli. «Per non farci scoprire dalle famiglie - racconta Montezemolo - scegliemmo due soprannomi e partimmo per iscriverci alla nostra prima corsa. Destinazione Vallelunga. Io mi feci chiamare Nerone mentre Cristiano si trasformò in Virgilio».

Era il 1968 e "Nerone" aveva 21 anni. Nel 1971, anno della laurea in giurisprudenza, Cesare Fiorio lo chiama per correre con la Lancia ufficiale insieme a Daniele Audetto. In quegli anni durante una trasmissione radiofonica difende l'operato di Enzo Ferrari, accusato di correre rischi inutili, e proprio Ferrari decide di conoscerlo.

L'ingresso nel tempio dell'auto italiana a Maranello avviene nel 1973, proprio come assistente di Enzo Ferrari e responsabile della squadra corse. Sotto la sua gestione la Ferrari vinse il Campionato mondiale costruttori di Formula 1 per tre anni di seguito, dal 1975 al 1977, e due campionati mondiali piloti con Niki Lauda nel 1975 e 1977. Nel '77 lascia Maranello per diventare responsabile delle relazioni esterne alla Fiat e presidente della Sisport. Nel 1981, poi, viene nominato amministratore delegato della Itedi, holding che controlla il quotidiano La Stampa e le altre attività del Gruppo Fiat nel settore editoriale.

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